La Stampa, 23 novembre 2015
Le quotazioni del rame sono crollate ai minimi degli ultimi sei anni. In discesa anche argento, zinco e palladio
La caduta dei prezzi sul mercato delle materie prime non si arresta ma all’orizzonte potrebbe esserci un cambio di rotta. In settimana, le quotazioni del rame, il metallo ampiamente impiegato nelle produzioni industriali, è crollato ai minimi degli ultimi sei anni. In discesa anche argento, zinco e palladio che sono tornati ai valori del 2009 mentre il barile è di nuovo in flessione. L’indice Bloomberg Commodity Index (Bci), che mette insieme tutte le commodities, è scivolato ai minimi del 1999.
Per gli investitori più coraggiosi, i prezzi bassi potrebbero segnare il momento giusto per entrare sul mercato e aspettare che finalmente arrivi la sua ripresa. Gli esperti consigliano questa mossa soltanto ai profili più disposti al rischio. La risalita dei prezzi delle materie prime arriverà soltanto a inizio dell’anno prossimo, probabilmente nel primo o secondo trimestre del 2016. Non si tratterà tuttavia di una rimonta rapida. Molto dipenderà dall’andamento dell’economia cinese. Gli analisti di Deutsche Bank si aspettano un incremento del Pil della Cina del 6,7% per il 2016, di poco sopra ai livelli del momento. Della nuova linfa approfitteranno anche i metalli. Il petrolio invece è visto poco sopra i prezzi attuali: per Deutsche Bank il Brent salirà a 60 dollari mentre il Wti andrà a 50.
Per chi ha acquistato, nel passato, fondi d’investimento che puntano su questo segmento e che ora si trovano sott’acqua potrebbe essere il momento dell’attesa svolta. «Le materie prime rimangono ancora in un bear market di lungo termine, al momento, sarebbe consigliabile mantenere un peso minimo in portafoglio, anche zero – dice Lorenzo Di Mattia, gestore del fondo HI Sibilla Macro di Hedge Invest Sgr -. A partire dal mese di dicembre, dato che il rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve sarà scontato interamente nei prezzi, potrebbe aver senso assumere una posizione tattica lunga sui metalli preziosi, anche se l’azionario di tali metalli è più interessante delle commodity in sé».
Per l’esperto, tra le materie prime, quindi, i metalli preziosi sono i primi che potrebbero iniziare un recupero, per diverse ragioni. Innanzitutto, sono stati i primi a iniziare il bear market, nel 2011; in secondo luogo, un eventuale rallentamento dell’economia globale, seguito da un ulteriore intervento delle Banche centrali e da una pausa del ciclo di stretta monetaria della Fed, potrebbe favorire più i metalli preziosi che le altre materie prime. Infatti, è ormai chiaro che i programmi di allentamento quantitativo servono più ad alimentare i movimenti al rialzo di alcuni asset finanziari, che a dare uno stimolo alle economie, già eccessivamente indebitate.