la Repubblica, 23 novembre 2015
Chelsea, la ragazza che è morta dopo una seduta di crioterapia
«Il suo corpo era duro come la roccia» racconta la collega che ha ritrovato Chelsea Ake-Salvacion, 24 anni. La ragazza, manager di un centro estetico a Henderson, nel Nevada, era appassionata di palestra e la sera del 19 ottobre aveva deciso di concedersi una seduta di crioterapia nel locale che dirigeva per non risvegliarsi coi muscoli doloranti. Quando il centro ha chiuso e lei è rimasta sola, Chelsea ha programmato la cabina-sauna per la solita temperatura di meno 110 gradi, tre minuti di durata, e vi si è immersa dentro. Cosa sia andato storto, nessuno lo sa con precisione. La collega che ha aperto il locale il mattino dopo l’ha trovata ridotta a un blocco di ghiaccio.
La crioterapia negli Stati Uniti ha conquistato molti come Chelsea, complici vip e atleti fotografati nel cilindro metallico con la testa che spunta avvolta dai vapori dell’azoto liquido. L’indicazione di questa pratica estrema – la temperatura più bassa del mondo è stata registrata in Antartide, – 93 gradi, la sauna raggiunge i – 180 – è la cancellazione del dolore muscolare dopo l’esercizio. La scienza non è sicura che nemmeno questo beneficio esista, ma i centri estetici pubblicizzano il trattamento anche per cellulite, dimagrimento, tono dell’umore e perfino come afrodisiaco.Joseph Costello, medico sportivo dell’università di Portsmouth in Gran Bretagna ha pubblicato a settembre una revisione di tutti i dati scientifici sulla crioterapia: “Le informazioni sono scarse e di cattiva qualità. Troppo poco per raccomandarne l’uso”. Quel che si sa è che una temperatura così insopportabile, se limitata a due-quattro minuti, non fa in tempo a danneggiare organi vitali. I suoi effetti restano limitati alla periferia dell’organismo, dove i vasi sanguigni si contraggono bruscamente per poi tornare a riempirsi di sangue, altrettanto violentemente, alla fine della seduta. La ricerca di Costello conferma la riduzione dell’infiammazione dopo l’esercizio. Ma suggerisce anche che la crioterapia potrebbe bloccare l’irrobustimento del muscolo dopo lo sport.Non troppo soddisfatto della pratica è stato probabilmente Justin Gatlin, che a settembre del 2011, in Florida, si presentò in pista con le dita dei piedi congelati e fallì la qualificazione alla finale dei cento metri. Spiegò che non era stato attento a mettere ai piedi calzini ben asciutti prima di entrare nella crio-sauna. L’umidità si era trasformata in ghiaccio e gli aveva morso i piedi. Stesso errore ha commesso quest’anno una donna del Texas, che dopo aver perso l’uso delle braccia ed essersi procurata ustioni di terzo grado ha denunciato i titolari del suo centro di crioterapia.Gli incidenti non sembrano funzionare come deterrenti e il giorno dopo la morte di Chelsea la crio-sauna di Henderson ha ripreso a funzionare. La pratica è infatti priva di regolamentazione, e se nei giorni successivi le autorità del Nevada sono riuscite a fermare il centro dove era morta la ragazza è stato solo per irregolarità amministrative.