22 novembre 2015
Bruxelles chiude per terrorismo • I musulmani in piazza per condannare l’Isis • Angela Merkel è al potere da dieci anni • Bassolino si candida a Napoli • Mark Zuckerberg si prenderà due mesi di paternità
Bruxelles A Bruxelles ci sono almeno due uomini pronti a farsi saltare in aria con giubbotti esplosivi come quelli usati dai kamikaze a Parigi. L’Ocam, il Centro di crisi belga che valuta le minacce alla sicurezza nazionale, secondo i media francesi ne sarebbe così convinto da aver chiesto e ottenuto, fra venerdì sera e ieri mattina, di elevare al massimo lo stato d’allerta: livello 4 su una scala di 4, che significa «minaccia molto grave e imminente». E che vuol dire anche città militarizzata, blindatissima, semideserta, con metropolitana chiusa, con soldati e mezzi militari per le strade. Per ordine centrale sono sospese le partite di calcio e saltano i concerti, compreso quello di Johnny Halliday che a migliaia aspettavano da mesi. Blindati gli hotel, la Grand Place, le ambasciate, il quartiere europeo. Serrata per bar e ristoranti. Gli inquirenti cercano Salah Abdelslam, l’ultimo degli assassini di Parigi ancora vivo. Si dice che stia cercando un luogo affollato dove farsi esplodere. Nel radar della polizia sono altri due uomini, pure con un bomba pronta a brillare. Le perquisizioni si susseguono, in periferia e a Molenbeek, controllato quasi casa per casa, spuntano anche mitra e ordigni chimici (Zatterin, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
#notinmyname Un migliaio a Roma in piazza Santi Apostoli, altrettanti a Milano in piazza San Babila: l’Islam italiano scende in strada con i rappresentanti delle sue comunità, con gli imam, con i fedeli ma la partecipazione ai sit-in (complice il maltempo) non raggiunge i grandi numeri. La voce dei musulmani che vivono nel nostro Paese (oltre un milione e duecentomila persone) si alza per dire “Not in my name”, lo slogan del movimento per la pace contro i bombardamenti in Iraq del 2003, utilizzato ora dall’Islam per prendere le distanze dalle stragi del Venerdì 13. In piazza si urlano tanti “no”: «No al terrorismo», «No alla paura» e «No Isis» sono gli slogan di quella romana. Mentre da Milano si chiede il «riconoscimento delle moschee — scandisce al megafono Davide Piccardo, del coordinamento associazioni islamiche — perché così ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti» (Favale, Rep).
Merkel Angela Merkel giurò al Bundestag come primo cancelliere donna e come il più giovane della storia il 22 novembre del 2005. Con i suoi leggendari completi tutti uguali declinati in una infinità di variazioni cromatiche, Merkel ha guidato tre governi diversi - di cui due di grande coalizione - ed è l’unica leader europea sopravvissuta agli scossoni della Grande crisi (Mastrobuoni, Sta)
Bassolino Annuncio di Bassolino su Facebook: «Mi candido». Un messaggio secco come un telegramma, che ai piani alti del Nazareno avrebbero preferito non ricevere. Tanto che a sera, dopo ore di imbarazzato silenzio, fonti confermano le voci: «Non è il nostro candidato». Sui social l’euforia dei fan si mischia con il sarcasmo dei detrattori e con la delusione dei rottamatori. Chi augura «in bocca al lupo» al 68enne ex sindaco di Napoli per l’ennesima discesa in campo e chi si scaglia contro i «politicanti» di professione. Chi ironizza su Bassolino-Tutankamon e chi sbotta: «Che faccia tosta! Maro’ poveri noi!». Ma lui, in un post dal titolo «Battaglia per Napoli», la spiega come un gesto di altruismo: «Fare il sindaco è stato l’impegno più grande della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città. Napoli prima di tutto». E se la sua candidatura rischia di spaccare il Pd, Bassolino giura di volerlo ricompattare. La crisi della città è «molto grave», avverte lo sfidante di de Magistris. Una crisi «politica e civile, oltre che economica e sociale». Se vincerà le primarie — che potrebbero tenersi il 20 marzo in tutte le città al voto — chiamerà a raccolta «le forze migliori» e valorizzerà le «energie giovani». Perché «unire Napoli contro le troppe divisioni è la strada maestra per il futuro» (Guerzoni, Cds).
Zuckerberg Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, si prenderà due mesi di paternità per godersi la bambina che sta per avere dalla moglie Priscilla Chan. L’annuncio su Facebook: «Priscilla e io ci stiamo preparando per l’arrivo di nostra figlia. Abbiamo scelto i libri e i giocattoli preferiti della nostra infanzia. Abbiamo pensato anche a come avere del tempo libero durante i primi mesi della sua vita. Questa è una scelta molto personale, e io ho deciso di prendere due mesi di paternità, quando nostra figlia arriverà. Gli studi dimostrano che, quando i genitori che lavorano prendono del tempo per stare con i loro neonati, i risultati sono migliori per i bambini e le famiglie. A Facebook offriamo ai nostri dipendenti fino a quattro mesi di maternità o paternità pagati, che possono essere presi nell’arco dell’anno» (Mastrolilli, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)