la Repubblica, 21 novembre 2015
Assolti alla fine gli scienziati, condannati a suo tempo per non aver previsto il terremoto dell’Aquila
ROMA. Ci sono volute dieci ore di camera di consiglio. Poi la corte di Cassazione ha confermato: dei 7 componenti della commissione Grandi Rischi, imputati di omicidio colposo nei confronti di 29 persone, e lesioni plurime verso altre 8 per il terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009, sei – i componenti “scientifici” – vengono assolti. Confermata la condanna a due anni solo per Bernardo De Bernardinisi, l’ex vice capo della Protezione civile. In altre parole: la responsabilità di aver «rassicurato indebitamente» i cittadini dell’Aquila sul rischio sismico della città, prima e dopo la riunione lampo del 31 marzo 2009, è solo dell’allora vice di Guido Bertolaso.
Per tutti gli altri, ieri, la Cassazione ha messo la parola fine alle accuse. Franco Barberi, all’epoca presidente vicario della commissione ed ex capo della Protezione civile, Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica, Giulio Selvaggi, capo del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre, Claudio Eva, docente di fisica all’Università di Genova, e Matteo Dolce, direttore dell’Ufficio rischio sismico della Protezione civile, sono stati giudicati definitivamente innocenti.
Mariagrazia Piccinini, madre di una delle vittime, ha gli occhi lucidi. Insieme ad altri familiari, ha aspettato per ore, fuori dal Palazzaccio, la sentenza degli Ermellini che ha confermato quella della corte d’Appello dell’Aquila: «Se va su Google maps può ancora vedere quel palazzo in via Campo di Fossa. Mia figlia Ilaria viveva lì. Era stato tirato su negli anni Sessanta. Chissà di cosa era fatto. Quando è morta aveva 25 anni». «È una vittoria nei confronti della Protezione civile. E dello Stato, che ha ci rassicurato quando non doveva farlo», aggiunge Vincenzo Vittorini, che nel terremoto ha perso moglie e figlia. Lui ha aspettato per tutte e dieci le ore il verdetto degli Ermellini. Gli altri parenti delle vittime nell’arco della giornata sono tornati a casa, alla spicciolata. «Provo rabbia invece per il fatto che siano stati assolti i cosiddetti “scienziati” – aggiunge – Qualcuno mi dovrà spiegare che senso ha avere la commissione Grandi Rischi se non c’è assunzione di responsabilità per quello che dicono».
«Per noi si chiude una vicenda lunga, complessa e dolorosa – il commento alla sentenza del sismologo Selvaggi – Rimane un grande rammarico: questo processo non ha contribuito minimamente a ridurre il rischio sismico nel nostro Paese, rimasto inalterato dai giorni del terremoto».
Ancora in corso all’Aquila il processo parallelo che vede imputato l’ex numero uno della Protezione civile Guido Bertolaso: la prossima udienza è fissata a marzo e si avvicinano i termini per la prescrizione. A trascinarlo sul banco degli imputati è stata una telefonata intercettata con l’allora assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stasi, divenuta poi di dominio pubblico. Bertolaso aveva preannunciato alla donna la riunione del 31 marzo 2009, definendola «un’operazione mediatica» per rassicurare la popolazione, durante la quale anticipare la tesi dell’assenza di pericolo grazie al «positivo scarico di energia». La popolazione aquilana, infatti, nei giorni prima del terremoto era in ansia da tempo e in questo clima l’ex numero uno della Protezione civile convocò la commissione e gli organi di stampa per evitare allarmismi.