la Repubblica, 21 novembre 2015
Nonostante i buoni risultati, ai grillini continua a non piacere Pizzarotti, il sindaco di Parma. Che sta pensando per le elezioni del 2017 a una lista civica (magari sostenuta dal Pd)
ROMA. Sono fuori di sé, i giovani leader del direttorio a 5 stelle. E a farli infuriare è ancora una volta il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Colpevole, ai loro occhi, di aver accettato l’invito a un confronto con Giorgio Gori organizzato dai giovani democratici della Lombardia. A difenderlo, non c’è più neanche Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera si era speso per lui quando Grillo e Casaleggio erano pronti a cacciarlo. Non per simpatia personale, i due non si sono mai presi, ma perché il responsabile degli enti locali sa che i 5 stelle a Parma hanno fatto molto meglio che in altre città. Non hanno i problemi di tenuta e di bilancio di Filippo Nogarin a Livorno. Hanno raggiunto risultati – il premio Legambiente come miglior comune nella raccolta differenziata, quello per il miglior piano energetico – che il blog ha sempre preferito non mettere in luce, concentrandosi sulla mancata chiusura dell’inceneritore. Ma che è un peccato rinnegare, soprattutto mentre ci si prepara alle amministrative di Roma, Milano e Napoli. E però, adesso, la misura è considerata colma. Non solo per l’incontro previsto a Milano il 28 novembre. Né per le troppe uscite autonome del passato, compresa la “Leopolda” dello scorso 7 dicembre a Parma. Ma perché la settimana scorsa il sindaco ha tenuto a Roma una conferenza stampa sull’importanza del festival Verdi insieme alla senatrice fuoriuscita Maria Mussini, che ha presentato un emendamento alla manovra per far ottenere al teatro Regio i soldi dovuti a un evento internazionale. I 5 stelle si erano rifiutati, il sindaco ha accettato l’aiuto degli ex. Di qui, la furia di Di Maio, che ha azzerato tutti i contatti, anche telefonici. Sull’incontro del 28, Pizzarotti spiega: «Confrontarsi con chi la pensa diversamente arricchisce noi e chi ci ascolta. Non bisogna avere paura del confronto quando è leale, nel merito e punta a risultati utili per i cittadini». I suoi fanno notare che Mattia Fantinati è andato al meeting di Rimini, Barbara Lezzi a Cernobbio. Ma non fanno breccia. In molti lo considerano già fuori. E lui potrebbe decidere di fare a meno del Movimento, per ricandidarsi nel 2017 alla guida di una lista civica. Che il Pd regionale, a corto di candidati, sta pensando di appoggiare.