IL - Il Sole 24 Ore, 20 novembre 2015
Aspettando il duello Renzi-Del Debbio
C’è uno spettacolo (politico) per il quale pagherei volentieri anche un biglietto. Immaginate un duello per la premiership tra il candidato di centrodestra Paolo Del Debbio e il candidato di centrosinistra, presidente del Consiglio uscente, Matteo Renzi? Io sì. E ne assaporo preventivamente certi toni comunque poco sobri e dolcemente velenosi. Due vere, gioiose macchine da guerra a confronto, per stare alla celebre definizione di Achille Occhetto, il leader Pds (ex Pci) che nel 1994 pensava di avere la vittoria in tasca e invece fu schiantato dall’esordiente Silvio Berlusconi (che si era fatto preparare il programma di governo dall’allora sconosciuto 35enne Del Debbio).
Probabilmente non accadrà, però un pensierino corre. La contesa sarebbe fatta l’uno per l’altro. Due toscani (Renzi fiorentino, classe 1975, Del Debbio lucchese, 1958), ambedue con un rating del marketing politico da tripla A (Arrembanti, Ambiziosi, A-ideologici), eloquio facile, antenne politiche sensibili, urticanti quando serve, fantasisti difficili da ingabbiare negli schemi precostituiti. Due personalità che non piacciono alle consumate (in tutti i sensi) élite della politica e del piccolo ma ramificato mondo antico che ci gravita attorno. Di Renzi sappiamo già molto, di Del Debbio meno ma lo si può vedere in tv (conduttore Mediaset di successo su Rete 4). È anche un professore universitario. Ma è soprattutto un tale che alla notazione di Salvatore Merlo del Foglio – da Bruno Vespa «non urla mai nessuno» – risponde «Da Vespa non si urla, si ronza». E a Carlo Verdelli, che su Repubblica gli chiede che cosa farebbe in caso di pressing continuato per la sua candidatura a sindaco di Milano, replica: «Che pressino, si farà una bella soppressata» (parti di suino essiccate, ndr). Ora, vorreste mai perdervi uno scontro diretto Renzi-Del Debbio?