Avvenire , 20 novembre 2015
L’era dei tassi a zero apre le porte agli Etf (cioè i fondi quotati come azioni). Conseguenze
Il loro nome è tra quelli meno conosciuti da chi non si occupa di finanza per professione, ma il loro utilizzo è sempre più frequente e non è raro trovarli in vari prodotti di investimento: sono gli Etf, acronimo che sta per Exchange Traded Funds, fondi quotati come azioni. Questa particolare tipologia di fondi di investimento ha quindi una natura ibrida: viene negoziato in Borsa, proprio come un’azione, ma il suo rendimento, replica, cioè copia, l’andamento di un gruppo di azioni, riunite in un indice. «Il segreto del successo di questi prodotti – spiega ad Avvenire Emanuele Bellingeri, responsabile per l’Italia di i-Shares, il principale gestore di Etf a livello mondiale – consiste proprio nel fatto che combinano i benefici delle azioni con quelli dei fondi comuni. Così come le azioni, gli Etf sono quotati in Borsa: in teoria si possono quindi vendere e comprare anche nel corso della stessa giornata, una pratica che comunque non consigliamo. Allo stesso tempo, come un fondo comune, l’Etf replica l’andamento di un indice e non quello di un singolo titolo».
La formula alla base di questi prodotti sembra funzionare. «La loro crescita non ha punti di rottura sottolinea Bellingeri -: negli ultimi anni è stata costante, regolare, indipendentemente dall’andamento dei mercati. Non ci sono strappi, non ci sono ’bolle’». Nel solo mese di ottobre questi prodotti hanno raccolto 36,2 miliardi di dollari di investimenti a livello globale, e da inizio anno il totale ammonta a 271 miliardi; gli asset totali sono pari a 2970 miliardi, mentre nel 2000 erano appena 79. Gli Etf sono prodotti per natura diversificati: «Possono riferirsi a indici di Borsa, come a mercati di singoli Paesi, a settori di capitalizzazione (aziende più grandi o più piccole, ndr) o a stili di gestione. Soprattutto, offrono agli investitori la possibilità di investire su mercati ai quali altrimenti sarebbe difficile accedere, come ad esempio la Cina, visto che replicano esattamente l’andamento di un indice – aggiunge Bellingeri -. Il tutto a costi molto ridotti: ad esempio, le commissioni di gestione ( Ter) di un nostro Etf che replica il principale indice statunitense, l’S& P 500, sono di appena lo 0,07%». Tuttavia, come per tutti i prodotti finanziari, il consiglio è di non fare mosse azzardate. «Noi siamo sempre molto cauti nel proporre gli Etf agli investitori privati, a meno che questi non abbiano una cultura finanziaria adeguata. Chi non ce l’ha deve rivolgersi a un consulente o a un promotore finanziario, magari all’interno della propria banca», precisa Bellingeri. «Gli Etf coprono tutti i mercati: il rischio connesso a questo genere di investimenti è quindi quello di una diminuzione del capitale in relazione all’andamento di questi mercati». Per Bellingeri «si tratta di prodotti che vanno comunque bene anche per gli investitori privati; non possiamo dire che siano prodotti rischiosi, ma ci sono vari tipi di Etf, ed è meglio avere una forte conoscenza del settore». I principali acquirenti di questi prodotti sono infatti gli investitori istituzionali, «dalle banche centrali, alle società di gestione del risparmio, fino a banche, assicurazioni, casse di previdenza e fondi pensione».Va in questa direzione, ad esempio, la soluzione assicurativa Smart Brand 2.0, lanciata di recente da Banco Popolare: il prodotto investe almeno il 45% del proprio patrimonio in Etf emessi da iShares, caratterizzandosi quindi per un profilo di rischio bilanciato. «In questo caso, ad esempio, – spiega Bellingeri – parliamo di un prodotto assicurativo che può essere utilizzato dal cliente ai fini di ottenere un’integrazione della pensione», e che sfrutta le possibilità di rendimento offerte dagli Etf. Come ha sottolineato Pietro Gaspardo, responsabile della direzione commerciale del Banco Popolare, «si tratta di una soluzione facilmente accessibile, dinamica, diversificata, che consente di cogliere le opportunità dei mercati finanziari internazionali con i vantaggi di un contratto di assicurazione».