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 2015  novembre 20 Venerdì calendario

Che fine ha fatto Santoro?

Ma che fine ha fatto Michele Santoro? E la sua casa di produzione Zerostudio’s srl? In effetti, dopo la conclusione dal rapporto con La7 nel giugno 2015, c’erano parecchie aspettative sui futuri destini del celebre conduttore-giornalista. Per ora, tuttavia, non è accaduto molto.
La società di produzione, dove alla fine del 2014 lavorava una squadra di 24 giornalisti, è stata parecchio snellita, e al momento vi collaborano meno di dieci redattori, tra cui Giulia Innocenzi e pochi altri.
I progetti a cui Santoro e co. stanno lavorando sono sostanzialmente tre: una docu-fiction lunga e di approfondimento; una docu-fiction più veloce e legata alla attualità; contenuti per alimentare il sito di Servizio Pubblico, che va avanti (con molto materiale di repertorio) nonostante la fine della trasmissione tv. Non è mai decollato, invece, il progetto di fornire un flusso continuativo di contenuti alla tv del Fatto quotidiano, che è socio della Zerostudio’s srl al 30,075%, e che vede Cinzia Monteverdi, azionista e amministratore delegato del Fatto quotidiano, come presidente della casa di produzione. Il problema di Zerostudio’s srl, tuttavia, è che i vari progetti di docu-fiction, finora, non hanno un committente sicuro con contratti firmati. «Stiamo lavorando ad alcuni progetti, ma non voglio dire nulla né commentare», sottolinea a ItaliaOggi il presidente Monteverdi.
Si suppone che uno sbocco naturale per Santoro possa essere la Rai, anche perché a viale Mazzini troverebbe una sicura sponda nel consigliere di amministrazione Carlo Freccero, e un ammiratore nel direttore generale Antonio Campo dall’Orto. Ma, come si diceva, di certezze non ve ne sono. Ed è anche per questo che alcuni validi giornalisti della squadra di Santoro hanno preferito accettare offerte da altre parti e mollare la scialuppa.
Zerostudio’s srl è controllata al 33,417% dallo stesso Santoro, al 33,417% dalla moglie Sanja Podgajski, al 3,090% da Maria Fibbi e, come detto, al 30,075% dalla Editoriale Il Fatto. Dopo i 12,4 milioni di ricavi e 1,4 mln di utili nel 2013, nel 2014 la società aveva visto contrarsi parecchio sia i ricavi, pari a 9,9 mln, sia gli utili, di appena 116 mila euro. I primi sei mesi del 2015 si sono chiusi con ricavi attorno ai sei milioni di euro. Ma, essendo venuto meno il contratto con La7, non era ovviamente più possibile conservare una struttura pesante con 24 giornalisti e 14 impiegati di produzione, nonostante un bilancio sano e con zero indebitamento col sistema bancario. Come spiegano gli stessi amministratori di Zerostudio’s in chiosa al bilancio di esercizio 2014, «nel corso del 2015 e negli anni a seguire siamo impegnati a far sì che Zerostudio’s consolidi i suoi risultati, cercando di rinnovare e diversificare i format prodotti anche alla luce delle potenzialità uniche esistenti all’interno della società, in termini di risorse umane (direzione e autori), e alla luce del nuovo scenario che impone cambiamenti innovativi». Ed è proprio quello che stanno tentando di fare.