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 2015  novembre 20 Venerdì calendario

Intanto a Parigi, dopo tre anni di lavori, riapre il museo Rodin

I turisti stranieri, i maggiori visitatori della casa-studio di Auguste Rodin (1840-1917), a Parigi, saranno i più contenti della riapertura, dopo tre anni di lavori (non solo per la messa a norma e in sicurezza) dell’hotel Biron, il palazzo che ha ospitato lo scultore fino alla fine dei suoi giorni.
E dove oggi le sue possenti opere hanno trovato una nuova collocazione scenografica nelle 18 sale che si susseguono su due piani, in un percorso espositivo di mille metri quadrati completamente ripensato, che privilegia il colpo d’occhio, esalta le opere giocando sulla varietà dei formati, sugli equilibri e disequilibri. Inoltre, il museo Rodin integralmente rinnovato aggiunge alle opere precedenti anche un centinaio di nuovi capolavori di questo gigante francese della scultura. In totale 640 opere. Lo sforzo è stato anche quello di riportare il palazzo com’era nel 1917, con gli stessi specchi e luci, affollato di opere. Il piano terreno racconta il percorso creativo dell’artista, dalla giovinezza alla notorietà, corredato da alcuni video che illustrano come Rodin ha modellato qualche suo capolavoro. Al primo piano, le tecniche di assemblaggio e di frammentazione sistematizzate dall’artista e che lo rendono ancora oggi così moderno. Per far conoscere ciascuna delle affascinanti tappe del processo creativo di Rodin, la direttrice Catherine Chevillot ha rotto la tradizione che voleva la villa Rodin di Meudon destinata a ospitare i gessi mentre l’hotel Biron, più nobile e parigino, i bronzi e i marmi. Ha messo insieme tutte le opere, di qualsiasi materiale, per mostrare un Rodin «all’opera», privilegiando il rapporto diretto fra visitatore e scultura. E sui pannelli, poche righe in francese, inglese e spagnolo, anche il nome dell’assistente del maestro.