ItaliaOggi, 20 novembre 2015
Cose per cui è valsa la pena vivere. Mauro della Porta Raffo le elenca in ordine sparso
- L’entrata del pianoforte nel secondo movimento del Concerto «Imperatore» di Ludwig van Beethoven nell’interpretazione di Claudio Arrau (per quanto, Van Cliburn a Mosca nel 1962 ).
- Katharine e Audrey Hepburn.
- Carlo Bergonzi in «Addio alla madre», da «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni, ma, naturalmente, non solo.
- «Widmung» di Robert Schumann e «Widmung» di Schumann/Liszt.
- Egon Schiele, sempre; Pablo Picasso, Salvador Dalì e Gustav Klimt spesso.
- Il «Cristo Morto» di Hans Holbein il Giovane del Kunstmuseum di Basilea.
- «San Pietro in lacrime» di Bartolomé Esteban Murillo.
- Sofia Loren in «Una giornata particolare» di Ettore Scola.
- Marlène Jobert ovunque e comunque, Isa Miranda in «Le mura di Malapaga»: la corsa di Shirley MacLaine nel finale de «L’appartamento».
- «Festa mobile», «Il mio vecchio» e «Breve la vita felice di Francis Macomber» di Ernest Hemingway.
- «Smoke Bellew» di Jack London, per capire come deve essere una donna.
- «La giumenta verde» di Marcel Aymé, per comprendere come deve essere un uomo.
- Vittorio Gassman in «La famiglia» di Ettore Scola, specie nel finale.
- «On Raglan Road», di Patrick Kavanagh, nell’interpretazione di Luke Kelly e, ovviamente, la morte di Brendan Gleeson nel bellissimo «In Bruges», di Martin McDonagh.
- Michael Douglas in «Wonder boys» di Curtis Hanson.
- Dashiell Hammett e Raymond Chandler sempre; e Lillian Hellman quando scrive del primo.
- Lucio Anneo Seneca, Giuliano l’apostata, Oscar Wilde, Jorge Luis Borges.
- Orson Welles e Robert Mitchum in ogni caso.
- Burl Ives in «La gatta sul tetto che scotta».
- Harvey Keitel nel ruolo di Auggie in «Smoke».
- Danny De Vito che suona I’m in the mood for love col violino in «I soldi degli altri».
- L’apparizione di Henry Silva in Ghost dog.
- Lee Marvin in «Contratto per uccidere»
- Walter Matthau sempre e in particolare in «Chi ucciderà Charley Varrick?».
- Charles Bronson in «C’era una volta il west» e con James Coburn, in «L’eroe della strada».
- Paul Newman in «Lo spaccone».
- Sterling Hayden in «Rapina a mano armata» e «Johnny Guitar».
- Anthony Quinn nei panni di personaggi «più grandi della vita»
- «L’Immortale Peruviana» di Esteban Canal.
- John Steinbeck, Rod Laver, Nicola Pietrangeli, Pat Cash (sull’erba e finché non si è «rotto»), Jimmy Connors, John McEnroe, Vitas Gerulaitis, Henry Leconte, Andres Gomez, Fernando Gonzalez (quando gli funzionava il terrificante «dritto»), Roger Federer e, per il piacere e l’emozione che dà il suo divino «rovescio a una mano», Stanislas Wawrinka.
- Martina Navratilova, Chris Evert, Steffi Graf, Roberta Vinci.
- Rocky Marciano su tutti (che dire del tredicesimo round del primo match con Jersey Joe Walcott?) ma anche Roberto «mano di pietra» Duran i due «paesani» Rocky Graziano e Jake La Motta e lo spettacolare Sandro Mazzinghi.
- Fred Astaire e gli altri di Omaha, Nebraska (Montgomery Clift, Marlon Brando, Nick Nolte, Malcolm X, Gerald Ford, Max Baer, Warren Buffett ).
- «Nuova enciclopedia» di Alberto Savinio.
- «I don’t want to talk about it» di Rod Stewart.
- David Lodge, specie per «Il professore va a congresso».
- «Il canone occidentale» di Harold Bloom.
- Betsabea
- «Nessun uomo è un’isola» di John Donne.
- La voce e lo stile di Dean Martin.
- «Hotel Supramonte», cantata da Andrea Parodi.
- Bernard Hinault.
- Gli ultimi venti secondi di «Casco d’oro» e, comunque, Jacques Becker.
- «L’ussaro sul tetto», di Jean Giono.
- Cavallo Pazzo, Charles De Gaulle.
- «Una donna e una canaglia» di Claude Lelouch.
- Kurt Weill, John Huston, Indro Montanelli, John Quincy Adams, Teddy Roosevelt, Lyndon Johnson. E i «cinquanta semidei» che hanno fatto gli Usa.
- L’America, ma solo nei dipinti di Edward Hopper.
- Emilio Salgari e Jules Verne.
- Giovanni Malagodi, Piero Chiara, Luigi Zanzi senior Leonardo Bellanca e Giuliano Ferrara, Dino Risi.
- «Crocevia della morte» dei fratelli Coen. «Zio» Yul Brynner. Woody Allen, in particolare per «Harry a pezzi» e «Basta che funzioni». L’apparizione di Dorothy Malone in «Il grande sonno» di Howard Hawks.
- Claude Sautet, sempre. Yves Montand, inarrivabile nei film di Sautet. «Quinto potere», sceneggiato da Paddy Chayevsky e con William Holden. «Sentieri selvaggi», dalla imperdibile prima scena, un’emozione infinita.
- Emiliano Zapata, Lope De Aguirre, Jacobo Arbenz Guzman, Bobby Fisher, Margaret Thatcher.
- «Il mondo secondo Garp» e, quasi, «Vedova per un anno» di John Irving.
- Romy Schneider verso i quarant’anni: la più bella, probabilmente.
- I film del 1975: «Il vento e il leone» di John Milius. «Stringi i denti e vai!» di Richard Brooks. «L’uomo che volle farsi re» di John Huston, «Shampoo» di Hal Ashby. «Marlowe» di Dick Richards. «Barry Lyndon» di Stanley Kubrick il già citato «L’eroe della strada» di Walter Hill.
- Maggie Smith, Maggie Smith, Maggie Smith tutta la vita.