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 2015  novembre 20 Venerdì calendario

Spray al pepe e zainetti per coprirsi le spalle: così si difende chi vive a Tel Aviv

Controlli hi-tech, massiccia presenza di sicurezza ma soprattutto capacità dei cittadini di rispondere agli attacchi: è la formula con cui Tel Aviv, la metropoli dello Stato ebraico, si difende dall’Intifada dei coltelli così come avvenuto dalle precedenti ondate di attentati. Per comprendere di cosa si tratta bisogna guardare a quanto avvenuto ieri al «Panorama Building» quando un palestinese di 24 anni, arrivato da Hebron, ha iniziato ad accoltellare i fedeli davanti una sinagoga.
Uno dei feriti più gravi ha trovato la forza di chiudere la porta della sinagoga, impedendo al killer di entrare. Nel corridoio intanto un vigile è accorso ed ha ferito l’attentatore, consegnandolo agli agenti. La capacità dei singoli di reagire, spesso d’istinto, al pericolo nasce dal fatto che Israele ha un esercito di leva dove ogni uomo serve per tre anni – ed ogni donna per due – continuando dopo ad essere richiamati come riservisti. Ciò significa che gran parte della popolazione è in grado di difendersi, con armi o meno, ed inoltre è addestrata dagli ufficiali – come scrivono Dan Senor e Saul Singer nel libro «Start Up Nation» – a «pensare con la propria testa» adattando l’addestramento alla situazione contingente.
Capacità di reagire
Questo spiega l’estrema duttilità dei civili nell’adottare rimedi alle differenti minacce: quando durante la Seconda Intifada Hamas bersagliava i bus con i kamikaze a Tel Aviv molti andavano a lavorare in bicicletta, o accompagnavano i figli a scuola in auto, così come oggi davanti al pericolo dei coltelli si fa incetta di spray al pepe e zainetti per proteggersi e reagire, guadagnando minuti che possono implicare la sopravvivenza.

Sicurezza hi-tech

Il tutto in un apparato di sicurezza nazionale che ha rafforzato una doppia natura: la sorveglianza hi-tech di gran parte del Paese con un sistema integrato digitale, ancora in gran parte top secret, che fa ampio uso di droni e sensori, e la presenza nelle strade di soldati e guardie per esercitare un effetto-deterrenza contro i terroristi.
Anche i civili credono molto nella deterrenza: per questo da settembre è aumentato il numero delle persone che mostrano la pistola ai fianchi. Per il premier Benjamin Netanyahu gli attacchi palestinesi – ieri hanno fatto 5 vittime – nascono da «un Islam estremista che è lo stesso autore del massacro di Parigi» e contro questo «stesso terrore» il «modello Tel Aviv» consiste in un ruolo attivo dei cittadini nella difesa collettiva.