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 2015  novembre 20 Venerdì calendario

«Italiani? Un popolo di diffidenti». Lo dice l’Istat

Mi fido di me, non mi fido per niente di te. Che fenomeno è questo? Ce lo spiega l’Istat che, nelle pieghe delle sue periodiche indagini, ha individuato un singolare dato un poco inatteso, un poco sorprendente, secondo il quale gli italiani stanno tornando a riporre fiducia in loro stessi, mentre, però, la vanno perdendo nei confronti degli altri.
Succede, insomma, qualcosa del genere «io sono io, faccio, dico, affermo, so e posso mentre tu non soltanto non sei nessuno, ma non sai niente, parli a vanvera, non mi restituisci il portafoglio che hai trovato dove io l’ho perso e se ti incontro non posso mai essere certo che non mi tiri uno sgambetto».
Esagerando, ovviamente, perché poi, guardando i numeri, il fenomeno è, in effetti, un po’ meno radicale di così, eppure il ritratto che esce dall’indagine dell’Istat non sembra troppo diverso da quello del marchese del Grillo, maschera italiana per eccellenza, alla quale, evidentemente, di questi tempi tendiamo a somigliare.
Del resto, chi segue un poco blog, forum di conversazione, social network o anche soltanto gli scambi di pareri con i quali il popolo della rete commenta le varie notizie di cronaca, di qualunque tipo siano, conosce bene questo atteggiamento per cui ciascun scrivente ha sempre ragione in quanto perfettamente informato mentre tutti gli altri vengono accusati di non sapere, di essere all’oscuro, di avere torto o, a volte, perfino di nutrire cattive intenzioni. E, inutile dirlo, giudizi e stroncature risuonano sempre assai perentori, per lo più privi, purtroppo, del ben noto spirito dell’antico marchese romano, a metà strada tra il bonario e l’irridente.
Per la fiducia in se stessi – e i più fiduciosi in assoluto non sono, come ci si potrebbe immaginare, i giovani, bensì gli anziani – non si può naturalmente che essere contenti in quanto si tratta di un barometro che segna forse un principio di buona stagione, con cielo poco nuvoloso tendente al sereno che aspettavamo da un pezzo, sprazzo di bel tempo, chissà, speriamo, non puramente meteorologico.
È quel confidare soltanto in se stessi che, tuttavia, rende un po’ meno certa l’indicazione del barometro. Quel preventivo diffidare di tutto il resto dell’umanità, che siano famigliari, vicini di casa, colleghi, parenti, conoscenti o sconosciuti – mano sul fuoco soltanto per se stessi —, rappresenta una bizzarra, difficile realtà che potrebbe ridurci a isole irraggiungibili, a fortezze inespugnabili, specie di monadi chiuse nella corazza del loro assoluto, inavvicinabile isolamento, a conferma (riconfermata) che la solitudine, cronica malattia del nostro tempo, potrebbe diventare incurabile.
Il famoso prossimo di cristiana tradizione sta, insomma, perdendo, la sua amabilità: non è un nemico, non sempre almeno, ma è comunque qualcuno che si preferirebbe non incontrare di notte in una strada buia.