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 2015  novembre 20 Venerdì calendario

L’Italia sale sul podio europeo per il carico fiscale alle imprese più pesante: 64,8% contro una media del 40,6. Ma dieci anni fa era al 76%

È il costo del lavoro a far «saltare il banco» per le imprese. Troppo alto il peso delle tasse e dei contributi. Sul fronte imposte dunque siamo sempre al top. Nessun contribuente italiano aveva dubbi in proposito. L’Italia sale sul podio dell’Europa per il carico fiscale complessivo più pesante in Ue: 64,8% contro una media del 40,6. Per il complesso fra tasse e costo del lavoro siamo ai primi posti anche nel mondo. E così, nonostante la promessa più volte reiterata dal premier Matteo Renzi, il cuneo fiscale di fatto non si sgonfia. A confermare che l’Italia resta un paese di tartassati è il rapporto Paying taxes 2016 di Banca Mondiale e Pwc riferito al 2014. Sono 189 i paesi messi a confronto nello studio sul carico fiscale complessivo, Total Tax Rate, che non va confuso con la pressione fiscale pura perché comprende sia il peso delle tasse sia appunto il peso dei contributi a carico delle imprese. Ed è proprio il costo del lavoro che comprende anche le tasse e i contributi a mettere in ginocchio l’impresa. Difficile essere competitivi in un mercato globale nel quale anche i fratelli europei partono con oltre venti punti di vantaggio che corrispondo alla minore pressione subita dalle imprese europee in media.
Nella classifica complessiva l’Italia mantiene la postazione numero 137. Tra i vari indicatori anche quello del tempo, ovvero le ore dedicate al fisco da parte dei contribuenti. Sono addirittura 269 le ore dedicate all’assolvimento dei doveri fiscali, pari a oltre 11 giorni. La media mondiale è di 261 ore ma quella registrata dall’Efta, European free trade association, è 173 ore. Se si guarda alla sola classifica europea l’Italia è in testa seguita dalla Francia con un total Tax Rate del 62,7; poi c’è il Belgio, poco sotto il 60. Sotto il 40 per cento troviamo invece il Regno Unito ma anche Spagna e Germania restano al di sotto del 50 per cento.
Il rapporto rappresenta la conferma che il cammino verso una reale diminuzione della pressione fiscale sulle imprese è ancora molto lungo. Anche se nel 2014 il carico fiscale complessivo è calato rispetto agli anni precedenti restiamo sempre il paese più tartassato della Ue. Un dato sottolineato da Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze del Ministero dell’Economia.
«L’Italia ha registrato in dieci anni, dal 2004 al 2014, un costante miglioramento degli indicatori con il carico fiscale complessivo per le imprese che è passato dal 76 per cento al 64,8, – dice Lapecorella – Quindi si è ridotto di circa 12 punti percentuali». Lapecorella ha poi assicurato che il tasso diminuirà ancora nei prossimi anni «per impatto di tutta una serie di provvedimenti varati dal governo Renzi» come il taglio dell’Irap. Le aspettative sulle riforme riguardano il futuro. Per il momento siamo sempre i più tartassati.