20 novembre 2015
Ucciso l’organizzatore degli attentati a Parigi • Si temono attacchi chimici • Nella metro di Roma otto falsi allarmi • Cosa pensano gli italiani degli attentati francesi • Coltellate e spari nelle strade israeliane • Le prime ammissioni di Veronica Panarello • Batteri che resistono a tutti i farmaci
Abaaoud Abdelhamid Abaaoud, l’organizzatore degli attentati di Parigi è morto nel blitz del covo jihadista di Saint Denis ieri. Si è saputo che l’8 ottobre, mentre l’esercito di Parigi bombardava per la prima volta Raqqa, il ministero della Giustizia diramava una nota interna nella quale faceva il nome di Abaaoud, indicando in dettaglio quello che sarebbe stato il suo prossimo obiettivo: una sala da spettacoli. Le autorità sapevano quindi quello che stava per accadere, ma non sono state in grado di impedirlo. La prima partenza di Abaaoud per la Siria risale alla primavera del 2013. Il 20 gennaio 2014 la polizia federale tedesca lo registra all’aeroporto di Colonia mentre cerca di imbarcarsi su un volo per Istanbul: agli agenti dice che sta andando a trovare degli amici. Nel gennaio del 2015 viene registrata una sua telefonata fatta dalla Grecia a un jihadista belga che pochi giorni dopo verrà ucciso durante una sparatoria con la polizia. Nel giugno del 2015 viene segnalato in Spagna, dove secondo l’intelligence americana si sarebbe fermato per almeno un mese nel tentativo di fare proseliti. La segnalazione dell’ultimo passaggio del terrorista in Grecia alla fine di ottobre è arrivata soltanto dal Marocco. Gli attentati che gli sono stati attribuiti, quattro sui sei avvenuti in Francia soltanto nel 2015, sono stati una prova generale della strage di venerdì 13, la più grande, l’unica alla quale ha partecipato direttamente. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Valls Mentre si cerca ancora Salah Abdeslam (è passato nei pressi di Saint Denis dopo la strage), il primo ministro francese, Manuel Valls, ha rilanciato l’allarme attentati e accennato ai timori per attacchi chimici e chiesto alla Ue di intensificare i controlli alle frontiere.
Allarmi Ieri in alcune città italiane è stato un susseguirsi di allarmi bomba. A Milano il panico è scattato per un trolley sospetto dimenticato su un vagone della linea 3 della metropolitana scoperto proprio alla fermata Duomo. A Roma ci sono stati otto falsi allarmi nella metropolitana. A Torino lo stadio dove si èesibita Madonna era protetto da centinaia di uomini delle forze dell’ordine. La squadra della Fiorentina ha chiesto ai suoi tifosi di non far esplodere petardi nella prossima partita, con l’Empoli.
Attentati Un sondaggio Demos per Repubblica dice il 50% degli intervistati vede negli attentati una punizione contro la Francia, colpevole di partecipare ai bombardamenti in Siria e in Iraq. Il 40% lo considera, invece, un avvertimento. Oltre 8 italiani su 10 ritengono che questo attacco riguardi anche noi. Oltre metà delle persone intervistate è preoccupata per l’eventualità di atti terroristici, con un aumento di 14 punti nell’ultimo anno, e di circa 20 rispetto al 2010. Il 46% ritiene opportuno evitare di partecipare a manifestazioni ed eventi pubblici, il 43% di viaggiare all’estero, il 38% di prendere l’aereo. Il 56% vorrebbe chiudere temporaneamente le frontiere. Nove italiani su 10 si dicono disponibili ad aumentare la sorveglianza di strade e luoghi pubblici attraverso telecamere. Quasi la metà di essi (per la precisione: il 46%) vorrebbe rendere più facile alle autorità il controllo sulle nostre comunicazioni, dalla posta elettronica alle telefonate. Quasi 20 punti in più, rispetto al 2009 (Diamanti, Rep).
Israele In Israele cinque persone sono state uccise in diversi attacchi compiuti da attentatori solitari. Il primo, il palestinese Raed Khalil bin Mahmoud di 36 anni, aveva ottenuto il permesso di lavoro in Israele solo un mese fa: era cameriere di un ristorante in un centro commerciale di Tel Aviv e impugnando un coltello in uno dei corridoi ha ferito a morte due persone, un terzo è stato colpito lungo le scale. L’uomo è stato poi bloccato da un civile e una guardia di sicurezza che lo hanno tenuto in custodia fino all’arrivo della polizia. Il secondo assassino ha agito alle porte dell’insediamento colonico di Gush Etzion che si trova cinque chilometri a sud di Gerusalemme, lungo la strada per Betlemme: è uscito di casa con l’intenzione di uccidere, armato di una mitraglietta Uzi. Arrivato con la sua auto all’incrocio stradale che porta verso Gush Etzion ha aperto il fuoco a raffica sulle auto bloccate nel traffico: tre i morti e una decina i feriti. Anche in questo caso l’assassino è stato ferito e bloccato da un civile armato prima dell’accorrere dei soldati dal vicino check-point. Netanyahu: «Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare anche quelli in Israele: è lo stesso terrore. Chi non lo fa è ipocrita e cieco. Dietro questi atti di terrorismo c’è l’Islam radicale che cerca di distruggerci, lo stesso che colpisce a Parigi e minaccia tutta l’Europa».
Lorys Oggi si terrà l’udienza preliminare per Veronica Panarello, la mamma in carcere da un anno con l’accusa di aver assassinato il figlio Lorys. In questi giorni sta parlando: dice di aver solo nascosto il corpo del figlio ma non di averlo ammazzato: «Era in piedi, con il busto reclinato in avanti e la mani poggiate sul petto. Loris era violaceo in volto, si era stretto una fascetta al collo, ho provato a toglierla con le mani ma non ci sono riuscita. Poi ho preso le forbici e l’ho tagliata, ma non respirava più. Ho pensato di chiamare i soccorsi ma poi ho pensato che non sapevo come giustificarmi. Ho rimosso tutto subito dopo averlo lasciato al canalone, per questo sono andata a prenderlo a scuola. Pensavo fosse solo un brutto sogno».
Batteri Batteri che si sono diffusi da allevamenti in Cina fino a Laos e Malesia si sono dimostrati super resistenti: anche a un vecchio antibiotico chiamato colistina. Questi batteri sono responsabili di polmoniti, dissenterie e infezioni del sangue, delle vie urinarie e delle meningi (Dusi, Rep).
(a cura di Daria Egidi)