l’Espresso, 19 novembre 2015
Il comico dell’Isis. Se non ridi, ti spara
Nella prospettiva di conquistare il mondo e ridurre in schiavitù l’intero genere umano, lo Stato Islamico ha lanciato una vera e propria Operazione Simpatia, affidando ad alcuni esperti di immagine occidentali, rapiti per l’occasione, il compito di rendere più accattivante il proprio impatto sull’opinione pubblica mondiale. Il compito affidato al pool è molto chiaro: «Dovete convincere il mondo che non siamo un’accolita di sadici criminali genocidi. Se non ci riuscite, vi sgozziamo».
LA COMUNICAZIONE Uomini con la barba ispida che gridano maledizioni e minacce: è la tipica figura del jihadista diffusa dai mass media. Secondo il pool che sta lavorando per l’Is sarebbe importante uscire da questo cliché, apportandovi alcune fondamentali variazioni. Per esempio: uomini che gridano maledizioni e minacce, ma senza la barba ispida; oppure uomini con la barba ispida che pronunciano maledizioni e minacce però a bassa voce; oppure (ed è la soluzione degli ipermoderati) uomini con la barba non ispida, ma ben curata, che gridano, invece che maledizioni e minacce, proverbi popolari o frasi di uso quotidiano. In uno dei primi video di simulazione l’imam Ghanàssah, puntando il dito verso la telecamera, urla con tutto il fiato che ha in corpo «donne, ricordatevi che i legumi vanno lasciati in acqua almeno ventiquattr’ore prima di cucinarli». Il campione di audience presso il quale il video è stato testato non è in grado di definire con precisione le proprie reazioni.
GLI SLOGAN Parole d’ordine come «vi uccideremo tutti!», secondo le più accreditate agenzie di comunicazione, non destano una buona impressione. «Abbiamo notato – spiega il professor Mark Cleverman, che ha dedicato una intera vita di studi ai temi della multiculturalità – che le minacce di genocidio nei confronti dei non islamici non predispongono al dialogo tra le culture, e tendono a creare una certa tensione soprattutto nelle popolazioni non islamiche». È allo studio una serie di parole d’ordine alternative, di ispirazione riformista, che diano l’idea di un approccio più progressivo ai principali problemi sul tappeto. Le proposte più accreditate, elaborate dopo una accanita discussione dell’Ufficio Politico dell’Is, sono queste: A – «Uccideremo quasi tutti, ma non proprio tutti. Qualcuno potrà sopravvivere se si comporterà esattamente come gli dice l’imam»; B – «Uccideremo solo i maschi adulti, le donne saranno risparmiate e vendute al mercato ma con l’Iva ridotta al dieci per cento»; C – «Uccideremo al massimo la metà della popolazione mondiale, dunque è inutile che l’altra metà si allarmi inutilmente».
LA SATIRA La nomea di un cattivo rapporto tra il radicalismo islamico e il senso dell’umorismo ha i giorni contati. Si stanno addestrando, in un luogo segreto del deserto iracheno, alcuni comici jihadisti. Il primo esercizio, secondo le indiscrezioni, è imparare a minacciare il pubblico con il kalashnikov se non ride. «Sappiamo bene – spiega il capoprogetto, lo stuntman Alì Kashkai – che per far ridere la gente essere un uomo con la barba ispida che grida istericamente non basta. Però aiuta moltissimo, e in questo senso partiamo avvantaggiati. Ora però dobbiamo lavorare seriamente sui testi». Secondo indiscrezioni, è già pronta la prima barzelletta jihadista: «Su un aereo che sta per precipitare ci sono un ebreo, un ebreo e un ebreo». Si dice un gran bene anche dell’imitatore Alì Ghiero, l’ultimo attore-fantasista jihadista che abbia avuto contatti con il mondo esterno. Pare che siano formidabili le sue imitazioni di Churchill, Stalin e Roosevelt.
TELEVISIONE In corso anche le prove del primo varietà televisivo prodotto dall’Is, allo scopo di variare un palinsesto fin qui composto unicamente da esecuzioni capitali e distruzione di monumenti, con pochi tentativi di ibridazione: esecuzioni capitali ambientate tra monumenti distrutti. Il varietà sarà in bianco e nero, senza donne, senza musica, senza balletti, con un pubblico di soli uomini. Il presentatore – un uomo con la barba ispida – entra e dice “Signori buonasera”. Seguono i titoli di coda.