Grazia, 19 novembre 2015
Contro Modi, il premier dell’India e capo del partito fondamentalista indù da sempre artefice di crimini ignobili contro musulmani, cristiani e qualunque minoranza
Sei un primo ministro in disgrazia? Sei un politico che porta sulle spalle montagne di ombre e di sporche avventure? Sei disamato e rifiutato dal tuo popolo? Niente paura, vai a lezione da Narendra Modi, il premier dell’India. Sì, proprio lui, il leader del BJP, partito fondamentalista indù da sempre artefice di crimini ignobili contro musulmani, cristiani e qualunque minoranza. Sì, Narendra Modi, colui che ha protetto, evitandole il carcere, il suo ministro Maya Kadnani che, fiera, ha dichiarato a un giornalista di aver affondato la sua spada nella pancia “grassa” di una donna incinta rea di aver mangiato carne di bue. Ancora Modi, celebre per insabbiare i delitti più vergognosi perpetrati da uomini sanguinari. Come violentare bambine povere e poi, dopo averle selvaggiamente ammazzate, appenderle alla maniera di trofei agli alberi dei villaggi. O permettere che ragazze sfregiate dall’acido da fidanzati respinti non abbiano mai avuto il bene di ricevere giustizia. E infine sì, quel Narendra Modi a capo di un Paese che non fa nulla affinché la macchia vergognosa di nazione che tratta peggio le donne venga lavata. Ebbene, questo politico dai capelli d’argento è riuscito a conquistare la benevolenza, anzi l’entusiasmo, di politici, imprenditori e Paperon de’ Paperoni in ognuno degli Stati che sta visitando nelle ultime settimane. Nessuno ha mai rubato abbracci tanto calorosi al gelido premier britannico David Cameron come il vecchio Narendra. «È un politico da emulare», ha detto in questi giorni il primo ministro. Anche il magnate dell’editoria e della tv Rupert Murdoch avrebbe passato intere giornate con «l’amico amato, certamente il miglior premier indiano dopo l’indipendenza». Per non parlare della gloria che Narendra ha seminato nella Silicon Valley, dove ha lanciato la sua più nobile opera sociale: Digital India, un progetto che vuole collegare a internet ogni villaggio sperduto del Paese. Ma che cosa penserebbe il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, anche lui incantato da Modi, se sapesse che chiunque osi discutere l’operato del premier sui social network indiani rischia di essere arrestato? Per questo scrittori e intellettuali della Sahitya Akademi, ma anche uomini d’affari come il banchiere Raghuram Rajan, lanciano l’allarme: qualcuno di loro ha definito l’attuale epoca come «la più buia dell’India negli ultimi 20 anni».
Alla fine, una sola domanda si pone d’obbligo. Quante facce possiede Narendra Modi? Ma, soprattutto, quanto tempo impiegherà la comunità internazionale a scoprirlo?