il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2015
Ieri, giornata di udienza generale del Papa, Piazza San Pietro era mezza vuota
Il mitra e la croce. I mitra si scorgono sempre quando si è all’altezza di una Basilica. È come se la Misericordia cristiana debba essere scortata da canne da fuoco più promettenti e sicure delle armi convenzionali e da città, e infatti la Misericordia è tenuta sotto tiro dai reparti dell’esercito, tutelata con enormi e pesanti mitragliatori dal Male straniero.
Arriva alla vista prima il mitra e poi la croce all’angolo di via di Porta Angelica, di fianco alle Mura Vaticane. Anzi: prima il mitra, poi la vivanderia ambulante dei Tredicine, queste carrozze bar iscritte nel registro anagrafico di una delle famiglie più potenti e affluenti di Roma, i Tredicine appunto, che sono piantate nei punti cardinali della città meglio dei vigili urbani, e dimostrano di essere resistenti a ogni guerra. E infine le guardie svizzere. Ieri mattina, giorno di udienza generale, i tassisti sono stati i primi ad accorgersi che qualcosa non andava: “In genere il mercoledì si lavora di più, ma oggi è fiacco”. Vuoto il portafoglio di Rimini 21, da mezz’ora in attesa al piazzale, e decisamente dimessa per numero e umore la comunità dei fedeli che accorre ad ascoltare la parola del Papa, il vicario di Cristo.
Meno della metà rispetto alla tradizione, al fuoco di passione che Francesco ha saputo spargere in tutto il pianeta. “Mai visti tanti latino americani, da quando c’è lui il traffico del mercoledì impazzisce e siamo sempre costretti a triplicare i turni di vigilanza”, spiega un pizzardone insolitamente gentile e loquace. Ha meno da fare, si vede e si sente.
Un omino del Bangladesh vende foulard e catenine con spilla di Maria: Sei cattolico? “Io no, io lavorare”. Gira a vuoto Lingtu, oggi è un giorno magro per tutti. Il Papa, il più francescano e popolare tra quelli che hanno guidato la Chiesa di Roma, s’accorge del pericolo: “Dobbiamo dire no alle porte blindate!”. È la prima volta che gli capita di non essere sopraffatto dalle mani, di avere lo sguardo libero sulla piazza che è mesta, non gioiosa, semivuota non zeppa. Vede l’obelisco, ancora cinto dalle transenne dei lavori, e poi auto della polizia. Ora da controllare sono i droni, dunque occhi all’insù, nel cielo ammessi solo gabbiani e piccioni. I droni sono il nuovo potenziale nemico. Aggeggi elettronici radiocomandati, dal peso di pochi chilogrammi che possono trasportare esplosivo. “Staremo attenti anche a loro”, ha promesso il prefetto Gabrielli.
La Misericordia è presidiata come di più non si potrebbe fare. Delle sette basiliche di Roma che saranno i sette presidi giubilari, tre sono fuori le mura (San Paolo, San Sebastiano e San Lorenzo). In centro da San Pietro, che può essere l’ultima o anche la prima tappa, a ritroso verso le altre tre più vicine. Corso Vittorio Emanuele, traffico di sempre, poi piazza Venezia e i Fori, prima di deviare per via Cavour. A Largo Ricci presidio dei motociclisti di Roma Capitale: hanno da battagliare con gli ambulanti. Fanno incursioni intermittenti e il risultato è parimenti intermittente e desolante. I vu cumprà scompaiono e ricompaiono. I più sfortunati si vedono sequestrata la mercanzia, gli altri dal passo svelto trovano nascondiglio tra gli oleandri del pendio che separa il Colosseo da quella che fu la casa di Scajola, la notevole abitazione acquistata a sua insaputa dall’ex ministro ora venduta. Si arriva a Santa Maria Maggiore. Cancellata chiusa, mitra d’ordinanza, anzi due, anzi tre mitra a tracolla ai lati della scalinata. Tre suorine, un manifestante contro la fame nel mondo, un venditore di foulard annoiato. La chiesa è aperta, il traffico scorre ai lati, chi passa non guarda.
Chi si ferma? Attraverso piazza Vittorio si scende fino a Santa Croce di Gerusalemme. Presidio militare, anzi due con l’approssimarsi della vista della Basilica di San Giovanni in Laterano. I mitra di sempre, l’erba incolta mostra le tasche vuote del Comune di Roma. Il bar ambulante dei Tredicine è schierato ai lati della scala santa. Al banco un soldato chiede una Coca cola.