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 2015  novembre 19 Giovedì calendario

Ieri la polizia francese ha fatto irruzione in un appartamento di Saint-Denis, rue de Courbillon, a 800 metri dallo stadio dove venerdì sera si è giocata Francia-Germania (con relativi kamikaze)

Ieri la polizia francese ha fatto irruzione in un appartamento di Saint-Denis, rue de Courbillon, a 800 metri dallo stadio dove venerdì sera si è giocata Francia-Germania (con relativi kamikaze). Il bilancio dell’operazione è di due morti e otto arresti. Un’operazione impressionante.

• Perché?
È durata quasi quattro ore. I vicini hanno sentito un’esplosione verso le quattro e un quarto del mattino, poi i rumori di colluttazioni e oggetti che si rompevano, quindi un altro botto tremendo intorno alle sette. Il procuratore di Parigi, François Molins, ha spiegato poco o niente. Ha detto che l’edificio è stato prima evacuato. Ha chiamato l’irruzione “blitz”, impropriamente dato che non è stata affatto fulminea. Sono stati sparati 5 mila colpi. Appena entrati gli agenti si sono trovati di fronte a una donna bionda, lunghi capelli sciolti sulle spalle. Le hanno intimato di alzare le mani. Quella allora ha tirato la solita cinghietta ed è saltata in aria, uccidendo se stessa e il cane poliziotto Diesel, e ferendo cinque militi. Cioè, alle 4 del mattino indossava già il giubbotto esplosivo, segno che si aspettava di essere presa o che si preparava per qualche altra operazione. Si dice che puntasse all’aeroporto di Roissy, Charles De Gaulle e alla Défense.

• Si sa chi è?
Dovrebbe essere la cugina di Abdelhamid Abaaoud, cioè Hasna Aitboulahcen. Aveva 26 anni ed era intercettata e pedinata per una faccenda di droga e anche per questioni di terrorismo. Il jihad, raccontano, la ossessionava e si era offerta al califfo per qualche attentato. Di solito le donne non sono molto stimate per queste operazioni, anche se ormai quelle che si sono fatte saltare nel nome di Allah cominciano a essere parecchie. Hasna è la prima che si fa esplodere in Europa... Tra le donne shahid ci sono anche delle europee, la prima è stata Muriel Degauque, belga di Charleroi, che si fece scoppiare in Belgio. Intercettando Hasna, gli agenti sono arrivati a rue de Courbillon. La questione adesso riguarda l’altro morto e gli otto arrestati, perché s’è subito diffusa la voce, smentita dai francesi, che in mezzo a loro ci sia proprio Abdelhamid Abaaoud. Per il quotidiano americano Washington Post sarebbe addirittura rimasto ucciso nel blitz delle forze speciali.

• Lei mi perdonerà, ma il turbine di nomi arabi da cui siamo avvolti in questi giorni mi ha quasi annebbiato il cervello.
Abdelhamid Abaaoud, detto anche Abu Umar - nome d’arte che le risulterà più semplice - è considerato il cervello degli attacchi di venerdì: dovrebbe essere stato lui a concepirli e a dirigerli, adoperando per comunicare il sistema vocale di una console per videogiochi. Abu Umar è l’uomo a cui il Califfo si sarebbe affidato per gli attentati in Europa. Di origini marocchine, è cresciuto a Molenbeek, l’ormai famoso quartiere-ghetto di Bruxelles da cui vengono molti islamisti. Sarebbero stati ai suoi ordini, in particolare, i fratelli Abdeslam: Ibrahim che s’è fatto saltare al Bataclan, Mohammed arrestato a Bruxelles e subito rilasciato (ha persino rivolto un appello all’altro fratello Salah perché si costituisca), Salah, cioè il cosiddetto «ottavo uomo», ricercato da tutte le polizie d’Europa, probabilmente ancora a Parigi, dato che l’ultima traccia lo colloca nel XVIII arrondissement, dove ha lasciato la Renault nera affittata in Belgio.

• Non stavamo parlando di Abu Umar o come diavolo si chiama?
Sì, stavamo parlando della voce che Abu Umar sia tra gli arrestati di rue de Courbillon. È uno scalpo di cui i poliziotti francesi si sarebbero di sicuro vantati, dunque se dicono che non c’è vuol dire che non c’è. Questo Abu, cugino della Hasna che s’è fatta saltare in aria, si vede in un video girato nel deserto della Siria: «In Francia ci divertivamo a farci trascinare dagli sci d’acqua. Qui al posto degli sci adoperiamo i cadaveri». Lo scorso 15 gennaio - una settimana dopo Charlie Hebdo - organizzò l’attentato, peraltro fallito, di Verviers. In fuga, venne fermato a un posto di blocco. Ha raccontato in un’intervista su Internet: «Allah li ha resi ciechi. C’era la mia foto ovunque. L’agente mi ha guardato ben bene per compararmi alla foto che aveva in mano, poi mi ha lasciato andare perché non gli sono sembrato somigliante. Questo non è altro che un regalo di Allah». Venne arrestato per rapina nel 2010 insieme con Salah. Se ci fossero state già allora le misure eccezionali che ha chiesto adesso Hollande, probabilmente non sarebbe mai uscito.

• Su queste misure eccezionali ci sono già molte polemiche politiche, immagino.
Ancora ieri Hollande, parlando ai sindaci, ha detto: «Queste azioni ci confermano ancora una volta che siamo in guerra. Una guerra contro il terrorismo, che il terrorismo stesso ha iniziato. L’organizzazione jihadista Daesh dispone di un esercito, di risorse finanziarie, petrolifere, occupa un territorio, ha dei complici in Europa e nel nostro stesso paese grazie alla presenza di giovani islamici radicalizzati». Una guerra forse ai primi passi: ieri sera a Marsiglia un insegnante di una scuola ebraica è stato ferito a coltellate. I tre assalitori inneggiavano all’Isis.