Il Messaggero, 19 novembre 2015
I campionati di calcio in Europa non si fermano. Lo hanno deciso Fifa e Uefa
Nell’arco di cinque giorni, il mondo del calcio si è scoperto fragile. Eppure, faticosamente, ha deciso di non cedere alla paura del terrorismo. Si giocherà, insomma. Si giocherà fino a che le ragioni di sicurezza lo permetteranno. Non cambierà alcun calendario: sono ferree la Fifa e la Uefa. Così tutti i campionati d’Europa riavvieranno il motore tra domani e sabato, nella speranza di poter riannodare il filo del consueto andare quotidiano.
Il messaggio più eloquente lo ha inviato proprio la Francia. Dato che il turno della Ligue 1 dondolava sul filo del rinvio, il ministro dello sport Patrick Kanner ha voluto sbriciolare ogni dubbio e ha smentito le ipotesi legate a un annullamento. «In nessuna maniera il terrorismo fermerà lo sport», ha scandito. E dunque, per una coincidenza particolare, sarà proprio il campionato che poteva bloccarsi a tuffarsi in campo per primo. Perché, a sbirciare gli orari, la partita di inaugurazione dell’intero week-end si giocherà domani in Costa Azzurra, e contrapporrà il Nizza al Lione. Massima sarà l’attenzione.
LE PREOCCUPAZIONI
I tifosi e i club però sono turbati. Vedere il pallone rotolare nel mirino del terrorismo suscita sentimenti di smarrimento, e a uno scenario del genere poco si può opporre, se non una prevenzione accurata. Nelle ultime ore i vertici della polizia italiana hanno incontrato i dirigenti della Lega calcio per allestire i piani relativi alla sicurezza, in vista del turno di campionato che comincerà dopodomani con la sfida del Dall’Ara tra il Bologna e la Roma. Controlli rigidi, perquisizioni, più personale a presidiare gli impianti, assoluta attenzione rivolta alla ricerca di sospetti. «Al momento non ci sono segnalazioni», ha spiegato il capo della Lega, Maurizio Beretta.
LE POSIZIONI
Per intendersi, gli stadi di A attirano circa 230 mila spettatori alla settimana: ma le risorse economiche della polizia sono limitate, come pure gli uomini a disposizione. È preoccupato il presidente del Genoa, Preziosi: «Non tutti i nostri stadi rispondono ai minimi di sicurezza». Non bastasse, le autorità temono, e molto, il diffondersi del panico. L’altra sera, ad esempio, prima della gara della Nazionale, un commissariato di Bologna ha ricevuto una telefonata di (falso) allarme: «Non giocare partita, Allah è grande». Si capisce, quindi, che ogni tessera del mosaico del calcio sia potenzialmente esposta al rischio. Quanto al resto dell’Europa, per il Clasico di dopodomani tra il Real e il Barcellona, saranno predisposti tre anelli di filtraggio al Bernabeu di Madrid. E, in Inghilterra, si intensificheranno i controlli. Allungando lo sguardo al futuro, gli appuntamenti rischiosi saranno diversi: le partite della Francia su tutti, ma pure il sorteggio parigino degli Europei a dicembre. Per tacere della finale di Champions, in programma a maggio a Milano. E degli Europei francesi di giugno.