19 novembre 2015
Blitz alle porte di Parigi: otto arresti e una donna kamikaze che si fa saltare in aria • Donne terroriste • In Italia massima allerta su Milano, Roma Napoli e Torino • Cercasi imam per predicare in carcere • È Boko Haram l’organizzazione terroristica più micidiale • Diminuiscono in Italia le disparità tra maschi e femmine, ma non sul lavoro • È morto Lomu, leggenda del rugby • In un libro la storia dei ricconi
Blitz All’alba di ieri le teste di cuoio sono entrate in un appartamento di Saint Denis, alle porte di Parigi. Nella notte di martedì un centinaio di uomini del Raid, l’unità di élite della polizia, e del Bri, quella della polizia giudiziaria, era arrivato nel piccolo centro, sulle tracce di Abaaoud che è stato in prima linea durante gli attacchi a Parigi. Le intercettazioni su Hasna Aitboulahcen, 26 anni, cugina di Abaaoud, portano all’indirizzo 8 rue Corbillon di Saint Denis. Secondo gli investigatori al terzo piano sarebbero stati nascosti Aitboulahcen, Abaaoud e un altro uomo. La palazzina è in parte abbandonata, usata per spaccio e prostituzione. Alle 4.16 le forze speciali hanno sfondato il piccolo portone d’ingresso e cominciato a salire, mentre un elicottero illuminava la facciata e sei cecchini erano appostati sugli immobili vicini. Al secondo piano, gli agenti si sono trovati davanti a tre persone armate. C’è stata una sparatoria: uno degli uomini è rimasto ferito, portato via insieme agli altri due. L’operazione è continuata al terzo piano, dove gli agenti si sono trovati davanti a una porta blindata: l’hanno fatta saltare. Dall’interno le persone barricate hanno iniziato a lanciare granate e sparare raffiche. La battaglia è andata avanti a intermittenza per quasi un’ora fino a un momento di tregua. Poi gli agenti hanno mandato in avanscoperta Diesel, un cane delle forze speciali, che viene ucciso. Uno dei cecchini ha avuto uno scontro a fuoco con un terrorista. Dopo di che Hasna Aitboulahcen, cugina di Abaaoud, si è fatta esplodere. Alle nove le teste di cuoio hanno lanciato una ventina di granate per tentare di avanzare nell’appartamento: all’interno hanno trovato un enorme buco sul pavimento creato dall’esplosione. Sul pavimento del piano inferiore un uomo morto e altri due (nudi) nascosti tra le macerie che poi sono stati arrestati. Altre due persone sono state fermate nei pressi di boulevard Carnot: Jawal, proprietario dell’appartamento, e una donna che lo accompagnava. Gli arresti in tutto sono stati otto. Alle 11.20 l’assalto seguito in diretta tv da milioni di francesi si è concluso. A terra ci sono oltre cinquemila bossoli della polizia. I nomi degli arrestati non sono stati resi noti. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Hasna Hasna Aitboulahcen, 26 anni, imprenditrice, la prima terrorista dell’Isis a farsi esplodere in Europa. Il suo cellulare è stato intercettato per giorni: parlava con il Belgio, la Germania, la Grecia e la Siria ed era l’elemento di raccordo tra i terroristi che hanno colpito venerdì a Parigi. Non era conosciuta ai servizi antiterrorismo. Era la responsabile della Beko construction, società di costruzioni specializzate, creata nel 2011 a Epinay-sur-Seine, nel dipartimento di Seine-Saint Denis, e dichiarata in liquidazione giudiziaria nel marzo del 2014. La rivista “Jeune Afrique”, che ha pubblicato i ricordi di chi la frequentava, scrive che era una fervente jihadista, ossessionata dall’idea di unirsi a Isis, ostile alla Francia (uno Stato «miscredente» che andava combattuto), disposta a fare un attentato se il Califfato «lo ritiene utile» (Mastrogiacomo, Rep).
Donne Oltre 220 le donne che dal 1985 si sono fatte saltare in aria in mezzo mondo (ibidem).
Obiettivi L’Fbi specifica di aver ricevuto informazioni che riguardano piani di attacco contro basiliche di Roma, ma anche in altre città. Un documento americano parla della possibilità che 5 fondamentalisti dell’Isis stiano progettando un attentato contro un basilica romana. Si parla di San Pietro, ma non solo. A Roma è stato potenziato il dispositivo di sicurezza con l’impiego in strada di mezzi e uomini di polizia, carabinieri e guardia di Finanza, soprattutto si è deciso di anticipare l’impegno dei soldati già previsti per i controlli durante l’Anno Santo: sono diventati 2.000 i militari per 140 possibili obiettivi. Ieri sera l’intera area che circonda la sede diplomatica di Washington in via Veneto, è stata chiusa per un pacco sospetto. Nel documento del Fbi si parla di pericoli anche a Milano, Torino e Napoli, in particolare indica il Duomo di Milano e il Teatro alla Scala come possibili obiettivi. Il governo americano ha diramato un allarme specifico per i propri connazionali invitandoli a non frequentare luoghi di culto e di aggregazione nelle città in pericolo.
Carceri In Italia da tempo le carceri sono considerate il principale bacino da controllare nell’attività di contrasto al terrorismo di matrice islamica. Infatti secondo i dati aggiornati al 31 ottobre, su un totale di 52.434 detenuti, 17.342 sono stranieri. Di questi, circa 10.000 provengono da Paesi di religione musulmana, e in questa quota (il 20%) ce ne sono 7-8.000, distribuiti nei quasi 200 istituti, che partecipano alle preghiere collettive. Qui la propaganda radicale può attecchire più facilmente che altrove, agevolata dallo status e dalle condizioni di detenzione. L’Amministrazione penitenziaria ha preso le sue contromisure. Per esempio applicando anche ai detenuti di fede islamica classificazioni a cui corrispondono regimi più restrittivi, a seconda del grado di pericolosità. I 29 reclusi accusati di terrorismo e reati connessi rientrano nel circuito «Alta sicurezza 2», subito sotto quello «As1» riservato ai mafiosi che provengono dal 41 bis. Altri 58, non inquisiti per attività eversive ma soprattutto per traffico di droga, sono in «Alta sicurezza 3», con restrizioni appena minori. Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, inoltre, ha appena siglato un protocollo d’intesa con l’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, per avere «una lista di persone interessate a prestare la propria opera di volontario nelle carceri in qualità di ministri di culto (imam) e mediatori interculturali»: una sorta di sigillo di garanzia su persone che possano gestire le preghiere che attualmente si recitano nelle 52 stanze adibite a moschea in altrettante prigioni, o in singole celle o locali improvvisati in altri 132 istituti (Bianconi, Cds).
Attentati Il Global terrorism index (Gti) dice che nel 2014 ci sono stati oltre 13mila attentati, 32mila morti e 67 Paesi colpiti. Dal 2001 gli attacchi sono decuplicati. Il 78% delle vittime riguarda cinque Paesi: Iraq, Nigeria, Afghanistan, Pakistan e Siria. Nel 2014 l’attentato più sanguinoso è avvenuto a Badush, in Iraq, a giugno: 670 persone uccise. Nel 2014 in Iraq ci sono state 9.929 vittime, in Nigeria 7.512, in Afghanistan 4.505, in Pakistan 1.760, in Siria 1.698, nello Yemen 654, in Libia 429. Poi vengono India (416), Thailandia (156), Cina (133). Il numero di vittime di attacchi in Europa, America del Nord e altri Paesi di cultura europea, nel 2014, è pari al 2,6% del totale. Il 70% di questi attacchi è portato a termine da «lupi solitari». Boko Haram è l’organizzazione terroristica più spietata. Nel conteggio del Gti ha causato 6.644 morti, e ha superato anche l’Isis (6.073 morti). Poi i taleban (3.477 vittime). Anche se non è un’organizzazione terroristica, il gruppo dei pastori Fulani, etnia a maggioranza musulmana che combatte i rivali cristiani Berom, arriva al quarto posto con 1.229 vittime, tra Nigeria e Repubblica Centrafricana. Quinti gli Al-Shabaab, con 1.021 morti in Gibuti, Etiopia, Kenya e Somalia (Stabile, Sta).
Maschi e femmine L’Italia è al 41° posto nel Global Gender Gap, l’indice stilato dal World Economic Forum che misura quanto manca per raggiungere la parità tra i sessi. Dieci anni fa era al 77° posto. Se si guardano le singole voci che compongono l’indice generale, si evidenzia che il miglioramento è dovuto esclusivamente alla politica, dove siamo saliti al 24° posto nel mondo. Molto male, invece, il tasso di occupazione femminile e le opportunità di lavoro per le donne. Su questo punto specifico l’Italia è al 111° posto su 145 Paesi analizzati. Al primo posto della classifica c’è l’Islanda. Si segnala la sesta posizione del Rwanda, dove l’occupazione femminile supera quella maschile e dove le donne hanno la maggior capacità di raggiungere posizioni di leadership (Pronzato e Sacchi, Cds).
Lomu È morto a 40 anni Jonah Lomu, neozelandese, tra i giocatori di rugby più leggendari. Soffriva da sempre di una rara forma di sindrome nefrosica, gli avevano trapiantato un rene ma lo aveva rigettato. Il più giovane a esordire con la maglia numero 11 dei mitici All Blacks, a 19 anni, velocissimo e imprendibile. Nei mondiali sudafricani del 1995 avevano persino messo una taglia di 5.000 dollari per chi fosse riuscito a bloccarlo. Giocò 63 volte in Nazionale e segnò 37 mete, senza però riuscire a vincere la Coppa del Mondo. Sposato con Nadene Quirk, due figli: Brayley (6 anni) e Dhyreille (5). Scive Domenico Calcagno su Repubblica: «Lomu, alto 196 cm per 120 chili, capace di correre i 100 in meno di 11’’, fu infatti il prototipo di un giocatore non previsto. Grande, forte e veloce. Oggi ce ne sono tanti così, ma lui fu il primo e la sua comparsa sui campi fu uno choc al quale nessuno era preparato».
Ricchi/1 Trent’anni fa l’amministratore delegato medio americano guadagnava 42 volte la somma intascata dal lavoratore medio. Ma alla metà del primo decennio del 2000 il rapporto era salito a 380 volte. I primi trecentomila americani hanno accumulato un reddito pari a quello degli ultimi centocinquanta milioni (dal libro Storia dei ricchi di John Kampfner) (Serri, Sta).
Ricchi/2 Il guadagno del 2012 dei cento miliardari più ricchi del mondo era di 240 miliardi di dollari: quattro volte la somma necessaria a eliminare la povertà globale estrema (ibidem).
Ricchi/3 Marco Licinio Crasso riuscì a mettere da parte un tesoretto di circa 200 milioni di sesterzi, l’equivalente del contenuto complessivo annuo delle casse dello Stato della sua città (ibidem).
Ricchi/4 Mansa Musa, imperatore del Mali, dispensò così tanto oro nel corso del viaggio alla Mecca nel 1324 da scatenarne il crollo del valore a livello mondiale (ibidem).
(a cura di Daria Egidi)