Corriere della Sera, 19 novembre 2015
Il discorso di Hollande sulla sicurezza e la restrizione dei diritti. Paura per una attacco Isis con il gas sarin
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI Hollande comincia a parlare davanti ai 2000 sindaci di Francia riuniti al Palazzo dei congressi pochi istanti dopo che il blitz delle forze dell’ordine a Saint Denis si è finalmente concluso. Il commando dei terroristi era pronto a entrare in azione per altri attacchi. Il presidente della Repubblica allora non ha esitazioni: «Lo stato di emergenza giustifica una restrizione temporanea delle libertà», spiega il capo di Stato.
Una vita a sinistra, un’elezione presidenziale vinta contrapponendosi agli eccessi «legge e ordine» dell’avversario di destra Sarkozy, e ora Hollande viene paragonato a George W. Bush, che dopo l’11 settembre fece ricorso al Patriot Act.
La violenza inaudita della battaglia di Saint Denis fa dire al presidente che «è evidente ancora una volta che siamo in guerra». Hollande approfitta della platea per dire ai sindaci che l’aumento della sicurezza deve essere assicurato in modo capillare, su tutto il territorio francese, invitando la polizia locale a rifornirsi di armi negli stock della polizia nazionale.
«Attribuisco una grande importanza alla partecipazione dei sindaci di Francia», ha detto Hollande, in particolare per fare rispettare lo stato di emergenza quanto al divieto di circolazione nei luoghi definiti «sensibili» e la protezione di alcuni edifici. Il progetto di riforma dello stato di emergenza arriva questa mattina all’Assemblea e sarà venerdì pomeriggio al Senato: i parlamentari di tutti gli schieramenti approveranno in maggioranza la sua estensione da 12 giorni a tre mesi, fino a febbraio 2016.
La svolta sulla sicurezza di Hollande arriva mentre il Paese è sotto choc per gli attentati e anche per i continui allarmi. In più, si diffonde la paura che il prossimo attacco dell’Isis possa essere ancora più spettacolare e atroce: i terroristi potrebbero fare ricorso in Francia alle armi chimiche che lo Stato Islamico già utilizza in Siria. All’indomani delle stragi di venerdì 13, in grande discrezione è stato pubblicata sul Journal Officiel un’ordinanza del ministero della Sanità che autorizza l’acquisto massiccio, lo stockaggio e la somministrazione di «solfato di atropina 40 mg/20 ml PCA», rivela il Figaro. Cioè, l’antidoto per armi chimiche letali come il gas sarin.
Accanto alla «restrizione delle libertà personali», Hollande ha annunciato comunque che la Francia terrà fede ai suoi impegni sui rifugiati. «C’è chi ha cercato di mettere in relazione l’afflusso dei rifugiati con gli attentati di venerdì – ha detto Hollande —. Ma, come promesso, ne accoglieremo 30 mila nei prossimi due anni». Le due esigenze, protezione dei francesi e umanità per chi fugge dalle guerre, non si escludono a vicenda.
Oltre alla svolta sulla sicurezza, in queste ore il presidente Hollande ha operato anche una cambio radicale di politica internazionale. Vladimir Putin, da personaggio infrequentabile, è diventato assieme a Barack Obama il caposaldo della «coalizione unica» che la Francia vorrebbe creare per sconfiggere l’Isis in Siria e in Iraq.
Ancora all’inizio di ottobre Hollande chiariva che «Putin non è nostro alleato in Siria»; ieri il presidente ha annunciato che martedì 24 novembre andrà a Washington per incontrare Obama, e giovedì 26 sarà a Mosca per parlare al leader russo. La Francia non ha invocato finora l’articolo 5 della carta Nato per non imbarazzare l’alleato americano, restio a inviare truppe in Siria. Ma allora, Hollande si aspetta la collaborazione di Obama per coinvolgere Putin in una grande e definitiva alleanza contro lo Stato Islamico.