Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 18 Mercoledì calendario

Tra crisi dei debiti, migranti e terrorismo islamico, Bruxelles ha troppi fronti aperti. «È tempo di archiviare la crisi economica greca e stabilizzare Atene come partner strategico sul confine del Mediterraneo orientale. La sicurezza europea viene prima dell’austerità»

La parola d’ordine della Commissione europea ad Atene è «stabilità». La Grecia ieri ha raggiunto un faticoso accordo con la troika frutto a sua volta di quel Memorandum firmato il 19 agosto che prevede il recepimento di 48 misure prioritarie di austerità in cambio del terzo piano di salvataggio per 86 miliardi di euro. Il gruppo di lavoro dell’Eurogruppo ha esaminato lo stato dell’arte e ha accolto positivamente i progressi fatti dai greci. Ora tocca al parlamento greco affrontare la questione dal punto di vista legislativo e una volta che questi passaggi saranno completati si procederà al versamento della tranche da 2 miliardi di euro legata al primo set di misure e al trasferimento al Hfsf (Hellenic Financial Stability Fund) dei fondi necessari per la ricapitalizzazione del settore bancario greco, come richiesto, pari a 10 miliardi di euro.
Una buona notiza, dunque, quella che giunge da Atene, una intesa che apre la strada nei prossimi mesi in teoria all’acquisto di bond greci da parte della Bce nell’ambito del programma del Quantitative easing, da cui per ora Atene è esclusa.
Il governo Tsipras è impegnato sul fronte caldo dei migranti dove il numero di arrivi via mare dall’inizio dell’anno nelle isole greche provenienti dalle coste turche ha superato il mezzo milione, secondo dati dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). Una cifra enorme se rapportata anche alla popolazione totale greca, 10 milioni di abitanti, pari quindi a 1/20 del totale. Bruxelles sta affrontando la crisi dei debiti, dei migranti e ora l’attacco terroristico sul suolo europeo. Troppi fronti. È tempo di archiviare la crisi economica greca e stabilizzare Atene come partner strategico nelle politiche comuni su migranti e lotta al terrorismo jihadista sul confine del Mediterraneo orientale. La sicurezza europea viene prima dell’austerità.