Il Sole 24 Ore, 18 novembre 2015
«La nuova classe media di Abu Dhabi vuole prodotti di qualità a marchio italiano». Intervista a Patrick Chalhoub, il cui gruppo ha appena aperto un nuovo ed esclusivo centro commerciale nella capitale araba
Il più recente progetto del Gruppo Chalhoub si chiama Tryano, un mall inaugurato due giorni fa ad Abu Dhabi e specializzato in borse, cosmetica e abbigliamento per bambini. Oltre ventimila metri quadri per oltre 250 marchi, soprattutto italiani e francesi ma anche locali. Uno spazio destinato ad ampliarsi in metratura e ad evolversi nella parte servizi, per colmare quello che Patrick Chalhoub, co-amministratore delegato del gruppo insieme al fratello Anthony, definisce un «vuoto di offerta».
Come nasce la decisione di aprire ad Abu Dhabi e non a Dubai, dove dal 2002 gestite il Level Shoe District all’interno del Dubai Mall, uno dei più grandi spazi al mondo dedicati solo alle scarpe?
Siamo presenti in 14 Paesi dell’area mediorientale e conduciamo costantemente ricerche di mercato, sondaggi, studi per capire le esigenze dei diversi Paesi e consumatori. Abbiamo capito da tempo che Abu Dhabi e Dubai, dove abbiamo la nostra sede principale, sono molto diversi, pur essendo entrambi parte degli Emirati Arabi Uniti: il progetto Tryano nasce proprio da questi approfondimenti e crediamo sia una grandissima opportunità per i marchi italiani del lusso “assoluto” ma anche di quello accessibile.
Quali sono le differenze tra Abu Dhabi e Dubai?
A Dubai almeno il 60% dei clienti dei mall sono stranieri, ad Abu Dhabi la percentuale scende a circa il 20%. Cambia inoltre il profilo dei consumatori: a Dubai c’è un numero maggiore di high net worth individuals (Hnwi, persone il cui patrimonio “liquido” supera il milione di dollari, ndr), locali e provenienti da altri Paesi del Medio Oriente, dalla Russia, dall’India. Ad Abu Dhabi si sta rafforzando una vera classe media, che vuole prodotti di qualità ed esclusivi di quello che chiamiamo “lusso aspirazionale”, una fascia molto ben presidiata dai marchi italiani, sia nelle borse sia nel kidswear.
Il segmento dell’abbigliamento per bambini fatto dai grandi marchi del lusso è in forte crescita. Da Tryano su quali marchi puntate?
Ci sono vere e proprie boutique di Armani, Cavalli, Dolce&Gabbana, Fendi, Moschino e corner dedicati a Geox, Missoni, Miss Grant, Patrizia Pepe, Simonetta, solo per citare alcuni nomi. Ma i marchi sono presenti anche in speciali spazi multibrand, dove troviamo ad esempio Baldinini, Diesel, Ermanno Scervino, Il Gufo e tantissimi altri. La fascia di età che copriamo è tra gli 8 e i 13 anni e abbiamo previsto diverse attività, con vere e proprie aree gioco per i più giovani. Ma è l’ambiente stesso a essere unico, una specie di foresta incantata con tanto di giostra dove scegliere abiti e scarpe diventa un gioco sia per i bambini sia per i genitori.
Nella parte dedicata alle borse invece come vi siete mossi?
I consumatori di tutto il mondo e forse ancora di più quelli mediorientali sono sempre più evoluti: arrivano in negozio dopo essersi informati online. Conoscono la storia di un marchio e le collezioni appena uscite, però vorrebbero essere stupiti. Per questo ai marchi top chiediamo una selezione particolare e soprattutto, per l’immediato futuro, siamo a caccia di brand di fascia media e medio-alta del made in Italy. Non è più necessario il logo, sta diventando sempre più importante la garanzia del “fatto in Italia”.
Quali marchi di borse sono già presenti da Tryano?
Abbiamo boutique di Braccialini, Coccinelle, Fendi, Furla, Patrizia Pepe, Ferragamo e Valentino e, sul modello della parte bambini, altri brand sono presenti con shop-in-shop. Ma, come dicevo, continueremo la nostra ricerca di aziende non ancora molto conosciuti in Medio Oriente ma con un grande potenzialità. A tutti i marchi italiani dico: preservate il know how artigianale, la passione per le materie prime di qualità e avrete un brillante futuro nei nostri mercati.
Nel 2015 le vendite di lusso hanno rallentato. È successo anche a Chalhoub?
Dopo anni di crescita a due cifre, siamo passati a una cifra, tasso che pensiamo di mantenere per il 2016. E va bene così: si tratta di una crescita sostenibile che, come dicevo, si basa non solo sui super ricchi ma su una classe media sempre più importante.
Quest’anno Chalhoub ha festeggiato 60 anni. In futuro prevedete di investire anche fuori dal Medio Oriente?
Di fatto siamo già un gruppo globale, perché abbiamo rapporti con i più importanti marchi della moda e del lusso occidentali, oltre che della nostra area. Ma per quanto riguarda gli investimenti in nuove strutture commerciali, mall e duty free continueremo a puntare sul Medio Oriente. Ci sono Paesi come l’Arabia Saudita con grandissime opportunità di crescita.