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 2015  novembre 18 Mercoledì calendario

Cambiano partner e cambiano casa, il mercato immobiliare dei vip. Parlano i loro agenti immobiliari

60 milioni di dollari per comprare una «capanna di lusso» in legno e pietra?
«Dipende dalla capanna», dice Alexander Kraft, l’agente immobiliare più speciale del mondo. «Se si tratta dello chalet da cui Tom Cruise vuole separarsi, a Telluride in Colorado, il prezzo è giusto».
Presidente di Sotheby’s International Realty France-Monaco, il 43enne berlinese con la passione per la moda e le auto di lusso è un’autorità mondiale nella vendita delle case di celebrity hollywoodiane, campioni dello sport e uomini politici. Da Berlusconi che gli aveva affidato la trattativa di Villa Certosa a Ronald Reagan che, quando l’Alzheimer gli ha impedito di continuare a montare a cavallo, ha voluto liberarsi del ranch a Santa Barbara: Kraft conosce tutti i tic e le esigenze di questa particolarissima clientela.
«Ho cominciato da ragazzo, quando studiavo diritto a San Diego», mi dice, seduto al bar dell’hotel Bristol di Parigi, il preferito dai divi americani. «Papà sognava per me un futuro da diplomatico, ma l’amore per l’arte mi ha convinto a fare uno stage da Sotheby’s. Con la mia Porsche ogni lunedì correvo per raggiungere l’ufficio di Beverly Hills, e il giovedì tornavo a San Diego per preparare la tesi».
La casa d’aste e Alexander Kraft non si sono più lasciati. Dopo la prima vendita nel 1998 della casa di Boris Becker a Palm Springs, il giovane avvocato ha cominciato a occuparsi a tempo pieno di immobili di lusso. Nel suo portfolio figurano le proprietà di Johnny Depp a Plan de la Tour, quella di Tom Cruise a Telluride, e l’ex Neverland appartenuta a Michael Jackson. Si dice anche (ma lui non ne vuole parlare)
che ci siano trattative in corso sulla Villa Oleandra di George Clooney.
 
Quali caratteristiche deve avere una proprietà per attirare una star?
«Le esigenze sono cambiate negli ultimi trent’anni. Prima, anche divi del calibro di Marilyn Monroe o James Dean si accontentavano di 5 camere e un immenso salone, con molti bagni e un grande giardino. Ma non arrivavano mai alla magnificenza di oggi, con i duemila metri quadri delle case di attori, registi e soprattutto produttori a Bel Air, la zona più prestigiosa di Los Angeles. Avere una sala cinematografica per 100 persone, più una spa e un ristorante capace di accogliere 200 amici per un festa, è diventato la norma, mentre la piscina viene ormai sostituita dal lago con fiume e cascata. Per questo i prezzi diventano proibitivi».
Immagino si tratti di proprietà spettacolari.
«Vivere nel mondo del cinema a volte aumenta il delirio, e spesso l’architettura non tiene conto del contesto. Si può trovare un edificio modernissimo vicino alla copia di un castello della Loira, un maniero scozzese o un palazzo veneziano, con tanto di mare finto. Ma ci sono anche case di immenso valore estetico, come quella che appartiene agli eredi di Aaron Spelling, il produttore di Dynasty, Beverly Hills o Melrose Place. A prescindere dal gusto, la ricchezza delle ville rappresenta il prestigio dei loro proprietari, che le cambiano in continuazione, come noi facciamo con la macchina».
Perché questo continuo vendere e riacquistare?
«I miei clienti hanno vite complicate, cambiano spesso amici, e soprattutto mogli e mariti. Quando il nuovo partner arriva, vuole cancellare tutto quello che è successo nella vita precedente. Non ho mai visto un’attrice dormire nel letto della ex moglie o fare il bagno nella stessa piscina. Un colpo di spugna e si ricomincia, per buttare via tutto di nuovo, a volte pochissimo tempo dopo, nel caso di un altro cambio sentimentale. E anche quando non esiste un rapporto precedente da cancellare (forse sta pensando a George e Amal, ndr), vendono comunque, perché in quel territorio il nuovo partner non si riconosce, rappresenta una vita di cui non ha fatto parte. È successo a Johnny Depp dopo la separazione da Vanessa Paradis, e a Tom Cruise dopo la fine del matrimonio con Katie Holmes. Sono solo alcuni esempi. Ma succede anche semplicemente che un proprietario si stufi della casa e cerchi di cambiare vita».
Come nel caso di Neverland?
«Esatto. Dopo la sua morte, gli eredi di Michael Jackson hanno messo in vendita la proprietà per 100 milioni di dollari. Comprata da un miliardario americano, dopo pochi mesi è stata totalmente trasformata, per diventare una dimora borghese: con lavori faraonici, sono stati distrutti i parchi giochi e gli strabilianti edifici ispirati al mondo di Disney. Poi, dopo la ristrutturazione, il proprietario ha cominciato ad annoiarsi e ha deciso di vendere tutto».
Le sarebbe piaciuto possedere una delle dimore che ha venduto?
«Domanda difficile. Forse avrei voluto la villa Les Jolies Eaux, nell’isola di Mustique, appartenuta a Margaret d’Inghilterra, dove sono state fatte le più belle feste degli anni ’70-’80, con Mick Jagger e tutte le celebrity mescolate all’aristocrazia inglese. La principessa la regalò al figlio, Lord Linley, quando diventò troppo anziana per muoversi, e lui me la fece vendere. Adesso viene affittata a vip di tutto il mondo ed è diventata il posto di vacanze preferito da William e Kate».
Come trova i suoi clienti?
«Sono loro che trovano me. Si sa che non è facile trattare beni di questo tipo, ci vuole uno specialista. Non vendo però solo a celebrity: i miei clienti fanno parte di una specie di club, di cui non esiste la tessera. Sono persone facoltose, ma anche amanti della vita, delle cose belle. I miei “pezzi” più interessanti in vendita sono in Costa Azzurra, dove da almeno due secoli si costruiscono residenze di prestigio, come la Villa Leopolda di Marella Agnelli. Recentemente ho venduto la proprietà appartenuta a Annie Lennox e Dave Stewart, a Théoule-sur-Mer: un vero gioiello, con la sala di registrazione dove sono stati incisi molti dei pezzi degli Eurythmics». 
Lei sembra molto attento al vestire: la potremmo definire una fashion victim?
«È la mia unica grande debolezza. Adoro la moda, sono un cliente compulsivo, e ambasciatore di marchi come Cifonelli, che mi fa gli abiti su misura, Tod’s o Ralph Lauren. Ci vuole un certo look per fare il mio mestiere, e un certo spirito. Nel tempo libero compongo musica rock. I miei dischi sono molto cliccati su YouTube, e passano nelle radio. Ma nessuno sa che vita fa l’autore».