la Repubblica, 18 novembre 2015
Rimbalzo per Rcs, ma il conto della discesa resta pesante. Passato di mano il 2% del capitale
MILANO. Dopo sei sedute pesantemente negative, alla settima è arrivato il rimbalzo per il titolo Rcs, ma il saldo di questi sette giorni è pesantemente negativo: meno 23,1%. La discesa da inizio anno arriva così a toccare il 37,5% con la capitalizzazione della casa editrice scesa a 304,8 milioni, ben dietro il gruppo Espresso (397,6 milioni) e Cairo Communications (335 milioni) e di poco sopra Mondadori (286,8 milioni). Si tratta di un re-rating di non poco conto. Gli analisti hanno fatto i conti dopo le previsioni di fine anno rilasciate qualche giorno fa dal neo ad Laura Cioli e al multiplo di 8 volte l’Ebitda (tra 70 e 75 milioni) il valore dell’azienda al netto dei debiti dovrebbe essere compreso tra 210 e 250 milioni. Non sono passati inosservati anche i forti volumi scambiati nelle ultime cinque sedute: fino a cinque volte superiori alla media di 2,5 milioni di azioni, solo ieri è passato di mano il 2% del capitale. C’è rischio-scalata a questi prezzi? Il dubbio serpeggia nelle sale operative, anche se i principali azionisti negli ultimi tempi si sono abbastanza disinteressati dell’andamento dell’azienda.
La Exor della famiglia Agnelli ha preferito investire nell’Economist, Diego Della Valle considera la minusvalenza sui titoli Rcs ormai difficilmente recuperabile, Mediobanca ha già dichiarato più volte la volontà di vendere anche il residuo 6,5%, Giovanni Bazoli ha confermato che Intesa Sanpaolo uscirà dal capitale entro il 2017. L’unico che potrebbe avere interesse a salire è l’editore Urbano Cairo che ha già il 4,6% e potrebbe aspirare a gestire l’azienda.
Certo, non si può escludere che possa esservi qualche interessamento dall’estero anche se Axel Springer aveva tempo fa declinato l’invito di John Elkann a entrare nell’azionariato e Rupert Murdoch appare impegnato nella partita dei contenuti Tv.
Insomma la situazione appare molto fluida, la discontinuità gestionale ancora tutta da dimostrare e solo l’assemblea di metà dicembre dirà se l’aumento di capitale può aspettare ancora qualche mese.