18 novembre 2015
La paura degli attentati svuota gli stadi europei • A Parigi gli ingressi in metro sono calati del 38 per cento • L’Unione europea di prepara ad aiutare Parigi nella guerra al terrorismo • Francia e Russia bombardano le roccaforti dell’Isis • Grillo toglie il suo nome dal simbolo del M5S • Veronica Panarello ammette di aver buttato il figlioletto, Loris, nel canalone: «L’ho trovato a casa strangolato dalle fascette con cui giocava» • È l’emoji che ride a lacrime il vincitore 2015 degli Oxford Dictionaries
Stadio 1 La paura di attentati svuota gli stadi europei. Cancellata ad Hannover l’amichevole Germania - Olanda. Il capo della polizia di Hannover, Volker Kluwe, ha parlato di «pericolo concreto» e di «piani seri di qualcuno per innescare dell’esplosivo nello stadio». Una «minaccia terrorista credibile». Secondo fonti di stampa tedesche non confermate, vicino allo stadio, che è stato evacuato, sarebbe stata trovata un’ambulanza contenente esplosivi. Esplosivi sarebbero stati scoperti anche su un treno a Hannover. La cancelliera Angela Merkel doveva essere in tribuna. Saltata anche Belgio-Spagna (Taino, Cds).
Stadio 2 In campo invece a Wembley Inghilterra e Francia: 80 mila tifosi hanno cantato insieme la «Marsigliese». Compresi William, il futuro re con una corona di fiori, e David Cameron che in giornata aveva annunciato l’intenzione di convincere la Camera dei Comuni ad autorizzare i bombardamenti contro l’Isis in Iraq e in Siria (Cavalera, Cds).
Parigi Lunedì, primo giorno feriale dopo la strage, gli ingressi in metropolitana sono diminuiti del 38 per cento. Nel pomeriggio non c’è stato il consueto traffico di genitori che dal centro portano i bambini verso le loro attività nei campi e nelle palestre della periferia. Al Puc, il centro sportivo della città universitaria accanto allo stadio di Charlety, le luci erano spente. Su dodici campi da tennis ce n’era uno solo occupato. La pista di atletica era vuota. Nella notte di sabato la percentuale di camere occupate negli hotel cittadini è scesa del 21 per cento. Domenica, giù di un altro 23% nonostante l’associazione degli albergatori avesse cercato di mettere un tappo abbassando le tariffe di almeno un quinto rispetto ai prezzi normali (Imarisio, Cds).
Ue La Ue ha fatto scattare ieri il meccanismo di assistenza militare per aiutare Parigi nella guerra al terrorismo. «Oggi la Francia ha chiesto aiuto e assistenza alla Ue e la Ue tutta unita ha risposto sì», ha riferito l’Alto rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini. Era stato il presidente francese Francois Hollande, di fronte alle Camere riunite dopo le stragi di venerdì, a dichiarare che la Francia si trova «in guerra» e a invocare l’articolo 42.7 dei Trattati Ue, che prevede, in caso di attacco armato sul territorio di uno stato membro, che gli altri Paesi dell’Unione gli prestino assitenza «con ogni mezzo possibile». Ieri il ministro francese della Difesa, Jean-Yves Le Drian, ha ripetuto la richiesta di fronte ai colleghi riuniti per un vertice d’emergenza a Bruxelles. La richiesta ha ottenuto un’approvazione unanime. E’ la prima volta che questa norma dei Trattati viene evocata. Dopo l’11 settembre, con una mossa analoga, gli Stati Uniti avevano fatto ricorso all’articolo 5 della Nato chiedendo e ottenendo la solidarietà degli alleati atlantici. Dopo qualche mese la Nato è intervenuta in Afghanistan. Tutti i Paesi europei, naturalmente, per ora conservano il diritto a rispettare i limiti che si sono posti nel loro intervento sul teatro di guerra siriano. Ma questo non significa che la solidarietà offerta sarà solo formale. «Escludo un intervento in Siria, mentre ci sarà un rafforzamento della nostra missione in Iraq: porteremo il contingente da 500 a 750 militari. Abbiamo assicurato alla Francia la massima disponibilità. Ma sul piano militare l’Italia fa già molto, perchè siamo tra i primi contingenti in Iraq per la lotta all’Isis », ha spiegato il ministro italiano della Difesa, Roberta Pinotti (Bonanni, Rep). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Bombe La Russia è entrata ufficialmente in guerra ieri mattina «al fianco dell’alleato francese» e in attesa di eventuali nuove adesioni sul fronte occidentale. Bombardieri a lungo raggio, partiti da basi russe, tempestano Raqqa e Deir Ezzor, roccaforti siriane del Califfato, mentre missili da crociera lanciati dai sottomarini di Mosca nel Mediterraneo coprono, tra Aleppo e Idlib, la prima avanzata dell’esercito di Assad, rinvigorito e protetto dagli alleati, che comincia a strappare posizioni preziose alle milizie jiahdiste. Per la prima volta in simultanea gli attacchi sono stati seguiti da quelli dei caccia Dassault Rafale e Mirage francesi partiti dalle basi giordane e degli emirati arabi. Ed è Putin in persona a ordinare ai capi della Marina e dell’Aviazione di «comportarsi da alleati leali e collaborativi con i colleghi francesi» (Lombardozzi, Rep).
Grillo Ieri a metà mattina Beppe Grillo ha annunciato con un post la sua scelta di togliere ogni riferimento alla sua persona dal logo dei Cinque Stelle, lanciando contemporaneamente un voto online sul blog per tracciare il nuovo simbolo: «Ci ho messo la faccia, il nome e anche il cuore, ma oggi che il Movimento 5 Stelle è diventato adulto e si appresta a governare l’Italia credo che sia corretto non associarlo più a un nome, ma a tutte le persone che ne fanno parte. Per questo voglio cambiare il simbolo eliminando il mio nome» (Buzzi, Cds).
Loris Dopo quasi un anno di carcere, Veronica Panarello, pur continuando a negare di avere ucciso il suo piccolo Loris, il 29 novembre scorso, ammette di averne buttato il corpicino nel canalone di Santa Croce Camerina dove fu poi trovato dal cacciatore Orazio Fidone: «L’ho trovato a casa strangolato dalle fascette elettriche con cui giocava... Ho provato a soccorrerlo. Non c’era niente da fare. Nessuno mi avrebbe creduta e allora l’ho portato nel canalone...». Questa la versione che non viene creduta da chi la accusa di omicidio e continuerà a farlo nell’udienza del Gup prevista per giovedì, ma rinviata a venerdì (Cavallaro).
Emoji Il sito dei Dizionari Oxford quest’anno ha eletto come parola dell’anno 2015, per la prima volta, un simbolo non verbale: un emoji, quello che rappresenta una faccetta che sprizza lacrime di gioia. L’emoji del pianto di gioia è stato scelto perché una ricerca di SwiftKey lo ha proclamato il più impiegato al mondo: quando un britannico vuole mettere un emoji in un suo messaggio, il 20 per cento delle volte sceglierà quello; la percentuale americana è inferiore, ma di poco: 17 per cento (Bartezzaghi, Rep)
(a cura di Roberta Mercuri)