Corriere della Sera, 18 novembre 2015
Intesa e Unicredit vendono pezzi delle loro quote di Bankitalia e incassano 630 milioni
MILANO Quello di ieri è solo un piccolo passo per il ribilanciamento degli azionisti della Banca d’Italia. Ma è significativo, essendo il primo: Intesa Sanpaolo ha firmato i contratti preliminari per vendere una quota del 5,7% dell’istituto di Via Nazionale per 430 milioni a Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte. E anche Unicredit ha ceduto il 3,2% di Banca d’Italia (ma in questo caso l’operazione deve essere ancora perfezionata) per un controvalore di oltre 200 milioni di euro.
Le due operazioni vanno nella direzione indicata dal decreto legge del governo Letta di fine 2013 che stabilì la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia da 156 mila euro (valore fermo dal 1936) a 7,5 miliardi – circostanza che consentì alle banche azioniste di rafforzare il patrimonio – fissando, però, allo stesso tempo, un periodo di tre anni per la cessione delle partecipazioni eccedenti il 3%. È vero che c’è tempo fino a dicembre 2016 per ridurre le quote, ma è altrettanto vero che fino ad oggi nessuno degli azionisti con partecipazioni eccedenti tale limite si era mosso. L’unico movimento era stato, a fine settembre, di Allianz (cessione a Banca di Credito Cooperativo di Roma, Banca Sella Holding, Banca Sistema ed Eurovita Assicurazioni) che è calata dall’1,3 all’1%.
Dopo la cessione annunciata ieri Intesa Sanpaolo resta il primo azionista di Via Nazionale (la quota del gruppo è scesa dal 42,4 al 36,7%, la spa aveva circa il 31%) davanti a Unicredit (ora circa 19%), Generali (6,3%), Cassa Risparmio Bologna (6,2%), Inps (5%) e Carige (3,9%). Il valore nominale della quota di Intesa Sanpaolo – come si legge in una nota dell’istituto – «coincide con il valore di carico» e dalla valorizzazione pari a 430 milioni del 5,7% del capitale si evince una valutazione complessiva della Banca d’Italia di 7,5 miliardi, in linea con la rivalutazione operata a fine 2013 dal governo. I nuovi azionisti Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte si attendono un rendimento del loro investimento compreso fra il 4 e il 5%: Intesa Sanpaolo ha incassato, con la partecipazione in Banca d’Italia, circa 300 milioni di dividendi negli ultimi due anni, 161 nel 2014 e 144 nei primi nove mesi 2015.