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 2015  novembre 18 Mercoledì calendario

Bruxelles rinvia ad aprile il giudizio sulla manovra di Renzi (che per ora passa)

DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES La Commissione europea ha lanciato vari richiami sulla bozza della legge di Stabilità dell’Italia per il 2016 perché emerge «il rischio di non compatibilità con le disposizioni del Patto di stabilità e di crescita». Il percorso di sostenibilità dell’alto debito pubblico resta il problema principale. Ma il vicepresidente lettone della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e il commissario francese per gli Affari economici, Pierre Moscovici, hanno lasciato aperta la possibilità di approvazione rinviando il giudizio in primavera. Questo perché l’eventuale concessione delle clausole di flessibilità (per investimenti, riforme e extra-costi per i migranti), richieste dal premier Matteo Renzi e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – insieme all’attuazione di «misure necessarie» (non specificate dalla Commissione) —, potrebbero consentire il conseguimento degli obiettivi di deficit.
Padoan ha replicato che «il bilancio 2016 è stato costruito in modo coerente con il Patto di Stabilità, rispettando i requisiti fissati dalla Commissione per la richiesta dei margini di flessibilità consentiti». Ha attribuito ad alcuni richiami di Bruxelles «lo scopo di incentivare investimenti e riforme strutturali» e ha aggiunto che «l’Italia sta cogliendo questa opportunità per realizzare un programma di riforme strutturali senza precedenti, insieme ad investimenti orientati a migliorare la capacità produttiva del Paese».
La Commissione ha segnalato il preoccupante picco del 132,8% del Pil per il debito pubblico dell’Italia nel 2015 e stimato «una riduzione minore» nel 2016 rispetto al 131,4% prospettato dal governo di Roma. A Bruxelles hanno attribuito i «rischi» dell’indebitamento a «peggioramento della previsione di crescita, minori introiti da privatizzazioni e inflazione più bassa». Hanno poi segnalato il «rischio di significativa deviazione» nel 2016 del deficit nel percorso verso il pareggio di bilancio. Dombrovskis ha evidenziato un peggioramento del disavanzo dello 0,5% del Pil rispetto al «miglioramento richiesto dello 0,1%». La Commissione ha specificato che l’Italia può ottenere le clausole di flessibilità, che consentirebbero il via libera nonostante il maggiore disavanzo. Bruxelles ha però annunciato una «particolare attenzione» nel verificare che la flessibilità sia usata per favorire la ripresa con riforme e investimenti (e non per ottenere consensi politici).
In particolare la Commissione ha criticato il governo Renzi per l’abolizione della Tasi sulla prima casa, considerandola «non in linea con l’obiettivo di raggiungere una struttura fiscale più efficiente, spostando la tassazione dai fattori produttivi verso la proprietà». Altri richiami sono arrivati per l’assenza della «riforma dei valori catastali» e di una «azione concreta per razionalizzare le spese fiscali», da tempo sollecitate dalla Commissione per il 2015.