la Repubblica, 18 novembre 2015
Parla l’uomo che ha scritto ai terroristi «non avrete il mio odio»
Parlando ai terroristi scrive: avete ucciso l’amore della mia vita ma non avrete mai il mio odio. Forse sono proprio queste parole che hanno colpito gli internauti.
«Mi sembrava la miglior risposta: non avranno mai quello che cercano, continuerò a vivere la mia vita, ad amare la musica, ad uscire. Non voglio che mio figlio cresca nell’odio, nella paura e nel risentimento. Gran parte di me è andata via con Helene quel giorno, quello che di resta di me è per Melvil, per lui sono obbligato a dimenticare odio, risentimento e collera. Se lui crescesse così diventerebbe quello che loro sono diventati: gente cieca, violenta che preferisce le scorciatoie al cammino più complesso della riflessione, della cultura. Gente che si rifiuta di vedere il mondo come è: magnifico».
Scrive agli assassini: questo bambino vi farà l’affronto di essere felice.
«Vi racconto un aneddoto. Chiunque vi parlerà di Helene vi racconterà che aveva uno sguardo immenso, occhi grandi che mangiavano letteralmente il volto. Melvil è nato con gli occhi già aperti. L’idea, quello che volevo trasmettere, è che lo aiuterò a tenerli aperti sulla cultura, libri, musica, arte e su tutto quello che fa vedere il mondo come un prisma, l’ opposto di come lo vedono i terroristi. Voglio donargli questa apertura perché così avrebbe voluto, e in realtà ha già fatto, Helene: perché Melvil adora le storie e la musica. Continuerò a tenere gli occhi aperti per lui. Spero di dargli armi di carta, di penna, di note e non kalashnikov».
Dice: non sacrificherò la libertà alla sicurezza.
«Sì, non vorrei avere l’aria di essere un superuomo, non lo sono anche perché oggi dico questo, magari dopodomani dubiterò e anche io sarò tentato dall’odio, dalla paura. Helene era stata molto colpita dagli attentati di gennaio, è stata una delle persone che ho visto reagire con più compassione e umanità, per tutti. Penso che bisogna fare lo sforzo di scegliere il cammino più lungo, complesso, duro. Quello della ragione, della riflessione e del perdono, quello di continuare a vivere. Magari domani avrò dubbi, e commetterò degli errori ma almeno avrò questo pensiero a guidarmi».