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 2015  novembre 18 Mercoledì calendario

L’albergo di Alfortville dove hanno dormito i terroristi. Stanze 311 e 312

PARIGI. Due camere triple di un hotel di Alfortville, la 311 e la 312, sono state per una notte il covo degli attentatori di Parigi. Due stanze prenotate il 12 novembre (per l’intera settimana) attraverso il sito Booking.com, come farebbe un turista, con la carta di credito dell’uomo più ricercato di Francia. Salah Abdeslam.
Al terzo piano dell’Appart’City Paris, un residence nel comune di Alfortville in Val-de-Marne, a dieci chilometri di strada dal teatro Bataclan, si arriva salendo con uno dei due ascensori a lato della reception. Si gira a destra sul corridoio e si ha davanti la porta blu con la maniglia laccata d’ottone, che mostra ancora i segni dell’irruzione della gendarmeria, avvenuta nella notte tra sabato e domenica. È la 311. All’interno l’arredamento è sottosopra, i telai dei letti sono spostati, i materassi accatastati, sul lavandino ci sono macchie scure, l’unica finestra è aperta e la tenda sbatte contro il muro. Ci sono ancora diversi cartoni di pizza, probabilmente resti della cena di giovedì. Sul tavolo fialette, siringhe e tubetti di plastica. Come spiega Le Point, che per primo è stato qui e ha pubblicato un video sul suo sito, si tratterebbe di materiale appartenente a chi ha fatto le perquisizioni. «Ma la polizia – sostiene Le Point – ha trovato aghi, siringhe e altro materiale, e sta cercando di capire se è servito per drogarsi o confezionare le cinture esplosive».
Accanto, la stanza gemella, la 312. Chiusa, nonostante la luce sia accesa. Costano 61 euro al giorno. Ma chi vi ha dormito il 13 novembre, la notte prima degli attentati? Sembrano esserci pochi dubbi, ormai, sulla presenza di Salah Abdeslam. Lo collocano qui alcune testimonianze degli ospiti. «Credo proprio di averlo visto – racconta a Repubblica Alain, il minorenne che con la madre si trova nella stanza 310 – era in compagnia di un uomo corpulento. Erano molto discreti, non abbiamo sentito rumori».
La gendarmeria, oltre a sequestrare il Pc della reception, ha prelevato decine di impronte digitali e campioni di Dna nelle stanze e li sta mettendo a confronto con quelli raccolti sui resti dei cadaveri dei terroristi. Non solo. Ha mandato le tracce alle autorità di Belgio, Germania, Italia, Olanda, chiedendo di inserire i risultati nei loro database. Ci si affiderà a questi esami per capire l’identità degli ospiti della 311 e della 312, anche perché all’Appart’City non esiste un sistema di videosorveglianza. Ci sono alcune telecamere in zona, ma lontane dall’ingresso e i filmati sono stati comunque acquisiti.
È certo che il fratello di Salah, Ibrahim, che si è fatto saltare in aria in Boulevard Voltaire, ha affittato un appartamento a Bobigny dal 10 al 17 novembre. Quanti terroristi hanno invece dormito ad Alfortville? Due? Sei?