Corriere della Sera, 18 novembre 2015
La Nazionale italiana sotto scorta
ROMA Quattro macchine di scorta al pullman dei giocatori, bonifiche di alberghi e strutture prima dell’arrivo della squadra, cordone di sicurezza per evitare il contatto diretto con i tifosi. In Italia scattano nuove misure di sicurezza e viene «blindata» la Nazionale di calcio. Il dispositivo deciso dal presidente dell’Osservatorio del Viminale Alberto Intini è scattato alla vigilia della trasferta di Bologna per l’amichevole di ieri con la Romania e sarà operativo anche nelle prossime settimane. Sotto controllo costante finisce il centro di Coverciano, ma anche tutti gli altri luoghi dove l’Italia si sposta per allenamenti e meeting. Non solo. La circolare diramata due giorni fa dal capo della polizia Alessandro Pansa prevede il potenziamento delle misure di sicurezza in tutti gli stadi italiani e impone ai questori di «elevare il livello di vigilanza e sicurezza in occasione di particolari eventi di carattere culturale, religioso, sportivo, musicale e di intrattenimento connotati da significativo afflusso di persone».
Le partite
e i concerti
Il massacro di Parigi con gli attacchi allo Stade de France, al teatro Bataclan, ai bar e ristoranti ha dimostrato come nel mirino dei terroristi siano ormai entrati tutti i luoghi che appartengono alla vita quotidiana. E dunque oltre a rafforzare la sorveglianza di fronte ai cosiddetti obiettivi sensibili – sedi istituzionali, ambasciate, aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana – l’attenzione dei responsabili delle forze dell’ordine si concentra sui soft target – supermercati, locali pubblici, centri commerciali, cinema, strutture sportive – soprattutto nelle occasioni di grande assembramento. Perché la strategia dei leader dell’Isis, resa pubblica attraverso i proclami di propaganda e gli appelli a entrare in azione lanciati attraverso i siti Internet e le televisioni, invita gli jihadisti a colpire «ovunque e in qualsiasi modo». Sollecita azioni eclatanti «dove è possibile e con ogni mezzo» anche senza avere un piano perfettamente organizzato. Ed è proprio questo a fare paura. Questa mattina al Viminale si analizzerà il livello di rischio delle partite del fine settimana, ma è già stato deciso che a Roma l’ingresso all’Olimpico sarà consentito soltanto dopo il passaggio al controllo dei metal detector, la circolazione nell’area intorno allo stadio sarà limitata, sgomberati i bar e i luoghi di ritrovo che si trovano di fronte all’impianto. Misure di prevenzione drastiche che certamente saranno adottate anche a Milano, Torino e nelle altre città dove si riterrà elevato il fattore di rischio.
Satelliti
e intercettazioni
Ieri nella capitale è entrato in servizio il contingente di 700 soldati previsto per il Giubileo e «anticipato» dopo la strage di Parigi. Si rafforza il dispositivo di controllo del territorio con uomini e mezzi però il governo pensa anche all’uso di apparecchiature sofisticate che consentano una «copertura» maggiore e soprattutto più capillare nell’attività di prevenzione. Un sistema di sorveglianza che tenga sotto controllo i luoghi aperti grazie ai satelliti e al circuito delle telecamere ad alta definizione, ma sfrutti pure la capacità delle centrali di ascolto, in modo particolare quelle dell’ intelligence, per monitorare gli ambienti dove più alto è il rischio di radicalizzazione. Intercettazioni preventive in tutti i luoghi frequentati dagli stranieri che potrebbero diventare oggetto di proselitismo e dunque moschee, centri culturali, palestre, carceri. Questa mattina sarà poi presentato un emendamento al «decreto missioni» per dare ai militari delle forze speciali le garanzie funzionali previste per gli agenti segreti «in situazioni di crisi o di emergenza all’estero che mettano a rischio la sicurezza nazionale o dei cittadini italiani». Il segno di quanto la paura cresca anche per i nostri connazionali che si trovano fuori dal Paese.
Fiorenza Sarzanini