30 ottobre 2015
Tags : Carlo Rovelli
• Verona 3 maggio 1956. Fisico. Docente ordinario di Fisica teorica e direttore del gruppo di ricerca in gravità quantistica presso l’Università di Aix-Marsiglia
• Verona 3 maggio 1956. Fisico. Docente ordinario di Fisica teorica e direttore del gruppo di ricerca in gravità quantistica presso l’Università di Aix-Marsiglia. Già Professore affiliato presso il Centro di filosofia della scienza dell’Università di Pittsburgh. «La bellezza della fisica resta per me ineguagliata. Forse proprio perché ci costringe a smettere di pensare a noi stessi, ci costringe a uscire dalla nostra melma, aprire la finestra, guardare fuori e contemplare la bellezza rarefatta del mondo» (a Paolo Giordano) [Cds 31/12/2014].
• «Da adolescente la scienza non era per niente nei miei pensieri. Appartengo a quella generazione un po’ ribelle che voleva rifiutare tutto e cambiare il mondo: ero più attratto dalla rivoluzione che dalla scienza. Ero un po’ hippie». Fu anche arrestato: «Avevo fatto domanda per l’obiezione di coscienza, ma mi era stata rifiutata. Così, quando ho ricevuto la cartolina per presentarmi in caserma, con degli amici organizzai una manifestazione e mi consegnai come disertore. Alla fine ci hanno lasciato liberi, e dopo un po’ di tempo mi è arrivato il foglio di congedo» (a Eleonora Barbieri) [Grn 18/5/2015].
• Una volta conseguita la maturità classica al Maffei di Verona, «avrei voluto fare il vagabondo, girare il mondo. Ma, fra la questione del militare e poi qualche foglia di marijuana che mi trovarono in tasca, non potevo partire. Così mi iscrissi all’università a Bologna e scelsi Fisica: un po’ a caso, insomma. Il primo anno non feci niente, poi passai un altro anno a viaggiare col sacco a pelo, tutto il Canada coast to coast, e alla fine nel ’78, quando tornai, capii che l’idea di cambiare il mondo si scontrava un po’ con la realtà. Proprio in quel momento studiavo la fisica del Novecento e lì è successo: mi sono innamorato. Volevo capirla, studiarla: mi sono immerso. E ho trovato un problema che mi sembrava interessante, la gravità quantistica, di cui poi mi sono occupato per tutta la vita» [ibidem].
• Insieme al fisico teorico statunitense Lee Smolin ha elaborato la teoria della gravità quantistica ad anelli (in inglese “loop quantum gravity”), principale antagonista della teoria delle stringhe, che tenta di conciliare in maniera coerente la teoria della relatività e la meccanica quantistica. Secondo tale concezione, «la realtà è una rete di eventi granulari. E, tra un evento e l’altro, spazio, tempo, materia ed energia sono sciolti in una nuvola di probabilità».
• Nel 2013 ha aderito al controverso progetto “Mars One”, candidandosi (insieme ad altre duecentomila persone di tutto il mondo) a partire nel 2025 per un viaggio di sola andata su Marte, allo scopo di colonizzare il Pianeta rosso con un gruppo di terrestri. «Faccio parte di una generazione che voleva cambiare il mondo ma non ci è riuscita. Questa è una possibilità per provarci altrove» (ad Alessio Lana) [Cds 17/9/2013].
• Grande e inatteso successo di pubblico con i saggi divulgativi La realtà non è come ci appare (Cortina 2014) e, soprattutto, Sette brevi lezioni di fisica (Adelphi 2014), vero e proprio caso editoriale per un testo di argomento scientifico in Italia, che in un anno ha raggiunto la diciottesima edizione e superato le 300 mila copie vendute.
• «Leggo moltissimo, di tutto. Conrad è la mia passione assoluta. Amo La storia di Genji, un capolavoro giapponese di mille anni fa, ma non la letteratura contemporanea: mi annoia, descrive sempre lo squallore della vita quotidiana e io invece la trovo bella. Poi vado in barca a vela, ho un gozzo di cent’anni. E, se posso, cammino in montagna» [Barbieri, cit.].
• «Serenamente ateo».