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 2012  aprile 08 Domenica calendario

Bisogna fare un po d’ordine nel caos che la magistratura ha indotto nella Lega. Cominciamo dalle ultime notizie

Bisogna fare un po d’ordine nel caos che la magistratura ha indotto nella Lega. Cominciamo dalle ultime notizie. Sta per scendere in campo anche la Procura di Genova, per via di una tangente da 40 o 50 mila euro versata dalla Fincantieri al partito,, grazie all’intermediazione del tesoriere Belsito, consigliere d’amministrazione della società. C’è poi una denuncia di Carla Rusticelli, già tesoriere del partito in Emilia, buttata fuori nel 2009 e privata di tutte le cariche perché, a suo dire, non accettava pratiche di bilancio irregolari, creazione di neri eccetera: «Se i magistrati indagassero qui accadrebbe un putiferio. Ci sono conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio». Terzo: ieri processione di tutti in via Bellerio, dove s’era chiuso Bossi. Cota, Giorgetti, Calderoli, Castelli («mi ha chiamato lui»), Speroni. Bossi ha detto: «L’unica cosa che posso fare adesso è cercare di tenere unito tutto, tenere unita la Lega, evitare che ci siano scontri tra i dirigenti. Li aiuto un po’, faccio quello che posso». Al figlo di Bossi, Renzo, impelagatissimo, sarà forse chiesto di dimettersi da consigliere regionale della Lombardia. Gli è stato intanto consigliato di farsi vedere in giro il meno possibile. Ieri il “Corriere della Sera” ha chiesto le dimissioni dalla vicepresidenza del Senato di Rosy Mauro, anche lei parecchio avviluppata, col suo amante poliziotto, nelle spire dello scandalo. Maroni intanto ha scritto sulla sua pagina di Facebook: «Pulizia, pulizia, pulizia. Senza guardare in faccia nessuno. Rivoglio la Lega che conosco, quella dei militanti onesti che si fanno un culo così sul territorio senza chiedere nulla in cambio. Tutti a Bergamo martedì per la grande serata dell’orgoglio leghista, un abbraccio a tutti i “barbari sognanti”, passate una Pasqua serena». Questo appuntamento di martedì era in origine una manifestazione per chiedere il congresso federale, indetta prima che esplodesse lo scandalo. Adesso che, caduto Bossi, il congresso federale è stato fissato nel primo week-end di ottobre, il senso dell’appuntamento è stato trasformato. Bossi intanto è entrato nella chiesa di Santa Cristina, non lontana da via Bellerio.

• È diventato credente?
Sostiene di esserci andato parecchie volte, anche se questa pretesa religiosità del Senatùr, questa inattesa “crisi mistica” suscita parecchie perplessità. Il parroco di Gemonio, intervistato pochi giorni fa, ha detto di non averlo mai visto in parrocchia. E le intemerate contro i “vescovoni”? E i riti sul Po, grottescamente pagani?

• In realtà mi interessanto Rosy Mauro – la “nera” – e il suo amante poliziotto.
L’amante poliziotto si chiama Pier Giuramosca. La Rosy, con i soldi dei rimborsi elettorali, gli ha acquistato la laurea in Svizzera, profittando del fatto che se la comprava pure per sé (60 mila euro, pare).

• La Rosy non si dimette mica.
No, dice che sono tutte bugie. Affronterà un doppio processo interno, martedì e mercoledì. Martedì si riunisce per la prima volta il nuovo vertice amministrativo del Carroccio, quello che ha sostituito il tesoriere Francesco Belsito. Si tratta di Stefano Stefani, presidente, dell’onorevole Silvana Comaroli e del presidente della provincia di Biella Roberto Simonetti. I tre decideranno di affidare a una società esterna la revisione dei conti leghisti e questa società dovrà vagliare i denari finiti nelle tasche della Mauro. Ancora più delicato il passaggio di mercoledì, quando si riunirà per la prima volta il triumvirato a cui è stato affidato il partito dopo le dimissioni di Bossi: Maroni, Calderoli e la Dal Lago chiederanno a Rosy Mauro di chiarire oltre ogni ragionevole dubbio la storia di queste decine di migliaia di euro prelevate dai rimborsi elettorali. Le potrebbe essere intimato di risarcire il partito. Potrebbe anche essere espulsa. Sarebbe un colpo durissimo per il “cerchio magico”.

• Ho capito che il “cerchio magico” sono i fedelissimi di Bossi. Ma perché si chiamano così?
Quando Bossi fu colpito dall’ictus, l’11 marzo del 2004, la moglie del Senatùr, Manuela Marrone, vide il rischio di perdere tutto quello per cui aveva lottato: un partito forte, potere, denari, l’avvenire dei figli. Nella storia della Lega, la Manuela è forse più importante dello stesso Bossi: all’inizio mise lei i soldi, la casa, il lavoro mentre il marito andava in giro a far comizi. Ed ecco a un tratto lui è più di là che di qua e i colonnelli sono pronti a saltare come bestie fameliche su tutto quello che lei ha costruito con le sue mani. Mette in piedi perciò in poche ore un “cerchio magico” che protegga il corpo santo del fondatore impedendo a chiunque di avvicinarsi. Il “cerchio magico” è formato da lei stessa, da Marco Reguzzoni (poi capogruppo alla Camera), da Giancarlo Giorgetti, da Roberto Cota, dalla Rosy Mauro, che andrà ad abitare a Gemonio in una villetta vicina a quella del Bossi. Va tenuto a bada soprattutto Maroni, quello che pretende di scalzare la dinastia. È lei che impone la candidatura del figlio Renzo, il “trota” testa dura che non riesce a diplomarsi e la laurea se la deve poi andare a comprare a Londra per 130 mila euro. Il cerchio magico, cioè la Manuela, scatena anche una campagna contro Maroni, c’è un sito che lo tratta da Giuda, a gennaio Bossi viene persuaso a emanare un diktat impossibile, secondo il quale Maroni non può andare in giro a parlare nelle sedi leghiste.

• Che dirà adesso la Manuela?
E chi lo sa? Di giornali e giornalisti non si è mai fidata. In tutta la sua vita ha dato una sola intervista, al settimanale “Oggi”. Ma era il 1993, vent’anni fa.