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 2015  ottobre 18 Domenica calendario

I numeri dimostrano che non tutto va male

C’è un baco nella visione corrente che l’Occidente ha del mondo: è l’idea prevalente che le cose vadano male e che andranno sempre peggio. Non è così. In una presentazione che ha fatto durante un incontro organizzato qualche giorno fa a Milano dall’Istituto Bruno Leoni, Matt Ridley, membro della Camera dei Lord britannica, ha messo assieme una serie di dati: dovrebbero servire da base per intendere come vanno le cose e come andranno. Eccone alcuni.Nel 1960, il Prodotto lordo del mondo era inferiore ai diecimila miliardi di dollari: nel 2013 è arrivato a 57 mila (fonte Banca mondiale). Il Pil pro capite, calcolato riportando tutto al valore del dollaro del 1990, è rimasto in pratica attorno ai 500 dollari tra il 1600 e il 1830. Poi, con la rivoluzione industriale, è iniziato a salire: fino a oltre duemila dollari nel 1950; a quel punto si è impennato e nel 2008 era 7.614 dollari (fonte Angus Maddison). Nel 1820, la povertà assoluta riguardava il 94% della popolazione del pianeta (fonte Bourguignon e Morrison), nel 2010 il 21% (fonte Banca mondiale) e meno del 10% secondo l’analisi più recente della stessa World Bank. C’è insomma una sempre maggiore ricchezza che ha beneficiato enormemente una popolazione mondiale in grande crescita: le previsioni di catastrofi da sovrappopolazione non si sono verificate, anzi. Ma – si è chiesto Lord Ridley – stiamo anche meglio?
   La mortalità infantile (sotto i cinque anni) è crollata, tra il 1960 e il 2012, da 260 per mille nati vivi a 25 in Medio Oriente e Africa del Nord, da 248 a 60 nell’Asia del Sud, da 250 a 98 nell’Africa subsahariana, da 182 a 68 nel mondo nel suo complesso (fonte Unicef). Il numero di morti per anno a causa di eventi atmosferici estremi è calato dai 485 mila nel decennio 1920-1929 ai 35 mila del periodo 2000-2008. Le siccità non sono aumentate e così pure i cicloni (fonte Roger Pielke). Tra il 1993 e il 2005, gli assalti agli uomini sono leggermente calati, da 150 per centomila abitanti a 110; quelli alle donne da mille a 360. La popolazione mondiale che viveva in regimi democratici era il 12% nel 1901, salita al 52% nel 2009 (fonte Polity IV).
Si possono sempre fare passi indietro: politica e geopolitica rallentano spesso la crescita del benessere nel mondo. Ma istruzione, scienza e tecnologia continueranno a lavorare anche in futuro. Il baco del catastrofismo annebbia la visione del reale.