6 febbraio 1861
La Camera prussiana vota emendamento favorevole all’Italia unita
Alla Camera prussiana sulla risposta al discorso della Corona, sono presentati due emendamenti che concernono l’Italia; quello Berg, per il riconoscimento incondizionato di un’Italia unita che sia assicurata contro la Francia e non minacci la Germania; ed uno Wincke, così formulato: «Non stimiamo conforme nè all’interesse della Prussia, nè a quello della Germania l’opporsi alla progressiva consolidazione dell’Italia.» Berg, conservatore, non vuole che si approvino le correnti contrarie alle tradizioni del diritto pubblico. Difende il potere temporale del papa; non crede che un’Italia unita possa essere una guarentigia per la Germania contro l’ambizione della Francia; capisce che gl’italiani desiderino la Venezia, ma li consiglia ad avere pazienza ed a confidare nelle trattative diplomatiche. Mathis combatte i principii espressi nell’emendamento Wincke; Duncker lo approva e difende, convenendo che gli uomini di Stato italiani volgano gli occhi altrove che in Francia. Il ministro degli esteri Schleinitz fa l’elogio dell’Italia e del suo passato, non ha avversione per essa, ma non crede debba approvarsi l’emendamento Wincke, che potrebbe creare imbarazzo dottrinale per l’avvenire. Wincke difende a lungo il suo emendamento, non crede che l’Italia voglia diventare una potenza conquistatrice; e da Villafranca in poi non ha ragione di essere contenta della Francia. È favorevole all’abolizione del potere temporale del papa; approva che la Venezia sia unita all’Italia, ma rileva che «Trieste mantenne il legame commerciale fra la Germania e l’Italia da più di 500 anni, nè la Repubblica Veneta impedivalo, e l’Italia una non lo romperà. Del resto l’Italia senza la Venezia è costretta a stare dipendente dalla Francia.» Il ministro Schleinitz e il deputato Reichensperger parlano contro l’emendamento Wincke, che, messo ai voti è accettato dalla Camera con 159 si e 142 no.