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 2015  settembre 15 Martedì calendario

Una dozzina di coltellate sotto gli occhi del padre. Così è morta Anna Carlucci, 46 anni, di Asti, uccisa dal marito, Rahhal Fantasse, 40 anni, origini marocchine, da tempo disoccupato che le ha conficcato per ben dodici volte una lama di 20 centimetri in corpo. Lo scempio si è consumato davanti al padre di lei, 75enne, che ha tentato invano di intervenire contro la ferocia assassina del genero. Il movente? Gelosia

Una mattanza, in casa, per gelosia. Era convinto che la moglie lo tradisse e l’ha ammazzata con dodici, forse quindici coltellate. E con la stessa arma, un coltellaccio da cucina, la lama lunga 20-25 centimetri, ha ferito a una mano anche l’anziano suocero accorso per difendere la figlia. Poi si è cambiato i vestiti e stava forse cercando di fuggire quando sono arrivati i carabinieri e lo hanno bloccato.
Mezzogiorno di terrore
È, in sintesi, il racconto del femminicidio avvenuto ieri verso mezzogiorno, ad Asti, in una zona di case popolari, nel quartiere Tanaro, vicino al fiume. Lì, in un appartamento al piano rialzato di via Novello, si è consumato il dramma. Una vicina ha sentito le urla, si è affacciata, ha capito che stava capitando qualcosa di molto grave ed ha avvisato il «112». In zona c’erano due pattuglie di carabinieri: una di un nucleo specializzato, la «Cio» (Compagnia intervento operativo, del 3° reggimento mobile Lombardia) e un’altra del radiomobile. 
L’intervento
I militari, allertati dal centralinista, non hanno perso tempo. Prima hanno bussato, poi sentendo dei gemiti nell’appartamento, hanno sfondato la porta. Nel corridoio, riversa in una pozza di sangue, c’era Anna Carlucci, 46 anni, collaboratrice familiare. Aveva profonde ferite alla schiena, all’addome, al volto: era ormai morente. In un angolo l’anziano padre, Calogero, 75 anni: aveva ferite a una mano. Stava rannicchiato, come inebetito. Senza neppure la forza di parlare, sconvolto da quella furia omicida di cui era rimasta vittima la figlia, che lui aveva cercato di difendere facendosi scudo con il proprio corpo. Poco più in là l’assassino, Rahhal Fantasse, 40 anni, origini marocchine, da tempo disoccupato. Aveva le mani insanguinate: a terra c’era il coltello. Si è lasciato bloccare senza opporre resistenza. È stato preso in consegna dai militari (col tenente Iandorio e il maresciallo Baralla): ammanettato e portato in caserma è poi stato interrogato a lungo dal pm Giulia Marchetti, alla presenza del difensore, l’avvocato Andrea Vercelli. 
Ossessionato
Ci si interroga sul movente: l’uomo pare fosse ossessionato dalla gelosia e convinto che la moglie avesse una relazione extraconiugale: motivo di frequenti litigi tra i due. E anche per questo il padre della donna, ieri mattina, sarebbe andato a trovarla. Forse temeva che potesse succedere qualcosa di grave. Per fortuna, in casa, non c’era il figlio della coppia, 10 anni, ieri a scuola, per il primo giorno di lezioni. 
Un quartiere s’interroga
Una vicenda che ha sconvolto l’intero quartiere. Tutti hanno definito la donna come una gran lavoratrice, molto seria, impegnata anche nell’assistenza agli anziani. Il marito, di 7 anni più giovane, da tempo senza lavoro, aveva già avuto comportamenti aggressivi, giustificandoli con la gelosia. 
Il sindaco
Ieri il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo ha ringraziato i carabinieri del colonnello Fabio Federici, comandante provinciale, per «la tempestività dell’intervento». Gli stessi che poche settimane fa avevano identificato e arrestato l’assassino di Maria Luisa Fassi, 53 anni, uccisa per rapina, il 4 luglio, nella sua tabaccheria di corso Volta. Anche in quel caso l’omicida aveva ucciso con un coltello, ma è stato preso a sua volta: è Pasqualino Folletto, ora in carcere.