23 febbraio 1861
Contrasto con la Francia per la proprietà delle fregate Saetta e Sannita già del re di Napoli
Il presidente degli Stati Uniti, Abramo Lincoln, scampa a un attentato a Baltimora. La notizia giunge a Cavour in una giornata delicata. A Parigi i giornali vicini all’Imperatore Napoleone III invitano il governo di Torino a intendersi con il Papa. Spiegano che i Francesi non hanno alcuna intenzione di ritirare le truppe da Roma. A questo si aggiunge un altro imbarazzo con la Francia. Cavour vuole recuperare due navi da guerra già della flotta del Regno di Napoli. Sono le fregate Saetta e Sannita, ricoverate per riparazioni nei porti di Tolone e Marsiglia. Ma il caso è spinoso. Perché, nei caotici giorni in cui i Piemontesi presero Napoli, un agente di Re Francesco II, giunto in Francia, aveva venduto le navi a privati. Cavour lo considera un colpo di mano. Ritiene le fregate preda bellica: «Il nostro diritto – scrive a Parigi – di chiederne la consegna, o almeno il prezzo ricavato, non va contestato. Sono unità da guerra non di spettanza privata dell’ex Re di Napoli, ma dello Stato. Quando approdarono in porti francesi, lo Stato di Napoli aveva già proclamato la sua unione al Piemonte». Ma la Francia respinge la richiesta: «Avviene – risponde il ministro Thouvenel – mentre le truppe borboniche a Messina e a Civitella del Tronto ancora contrastano l’armata sabauda. Pertanto Re Francesco II per Parigi è ancora un Re sovrano. Ha diritto di disporre delle due navi, di usarle o venderle» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 23/2/2011).