4 marzo 1861
Scomparso in mare il vapore Ercole
A tarda sera il telegrafo di Regia Marina comunica che è scomparso in mare il vapore «Ercole» della «Società di navigazione Calabro-Sicula». Salpato da Palermo alle ore 12,20, ha sfidato il maltempo che sconvolge il Tirreno. Si sono persi i contatti con l’unità. Da fonti marittime in navigazione nell’area si viene a sapere che potrebbe essere stato affondato da un violento colpo di vento, a 150 miglia al largo di Palermo. Altre notizie fanno credere che sia sparito a 10 miglia da Capri. Ma il dato non ha avuto riscontro a seguito delle perlustrazioni fatte dalla capitaneria di Napoli. Il vapore perduto aveva a bordo fra i passeggeri il patriota e scrittore Ippolito Nievo. Quale tenente colonnello del generale Garibaldi portava con sé l’intera contabilità dell’«Intendenza» garibaldina, con i conti della gestione economica tenuta fra il 2 giugno e il 31 dicembre 1860. Dovevano testimoniare la regolarità delle spese sostenute da Garibaldi durante l’impresa dei Mille, per confutare «le illazioni diffuse da chi cerca di metterne in dubbio l’onestà». Ma nulla è stato restituito dalle onde, né cadaveri, né oggetti. Le circostanze misteriose della sciagura hanno già favorito «voci che parlano di complotto». I marosi hanno fatto anche incagliare un brigantino sotto le mura della cittadella di Messina. La guarnigione borbonica che ancora vi resiste ha temuto un assalto e lo ha affondato a cannonate (MAURIZIO LUPO, La Stampa 4/3/2011).