Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1861  aprile 05 calendario

Distribuiti altri 40 mila fucili alle guardie nazionali del Sud

Le tensioni in atto fra Regno d’Italia e Austria fanno ritenere al deposto Re di Napoli Francesco II che è giunto il momento d’incitare il Mezzogiorno a ribellarsi a Vittorio Emanuele II. Contesta al Savoia il diritto a dirsi Re d’Italia mentre ex militari dell’esercito borbonico sobillano insurrezioni. Vicino a Pozzuoli un moto popolare viene sedato dalla Guardia Nazionale italiana. Arresta anche il parroco e l’economo del Comune partenopeo di Cisterna, «perché hanno fatto suonare a stormo le campane, per sollevare la popolazione». Sono eseguiti altri arresti a Casoria, San Antonio, Pomigliano d’Arco e nella stessa città di Napoli. Qui l’aristocrazia si fa vanto di esibire ancora le onorificenze ricevute da Re Francesco II. È una provocazione già riferita a Cavour da Costantino Nigra. Gli ha comunicato anche un «episodio curioso», un furto di cui è stato vittima nell’ex capitale borbonica: «Nella notte del mio arrivo a Napoli i miei cavalli, alloggiati nelle scuderie di Palazzo Reale, furono sferrati da mano ignota per vendere i ferri e ricavarne i pochi soldi che valevano. Questo il segno delle tante difficoltà, anche piccole, che viviamo durante il nostro soggiorno». La risposta al rischio insurrezionale è militare: viene decretata «l’immediata distribuzione alle guardie nazionali delle provincie meridionali di 40 mila fucili inglesi a percussione, che aggiunti ai 61.163 fucili ed 817 moschettoni già distribuiti fanno 101.935» (Maurizio Lupo, La Stampa 5/4/2011).