5 aprile 1861
Distribuiti altri 40 mila fucili alle guardie nazionali del Sud
Le tensioni in atto fra Regno d’Italia e Austria fanno ritenere al deposto Re di Napoli Francesco II che è giunto il momento d’incitare il Mezzogiorno a ribellarsi a Vittorio Emanuele II. Contesta al Savoia il diritto a dirsi Re d’Italia mentre ex militari dell’esercito borbonico sobillano insurrezioni. Vicino a Pozzuoli un moto popolare viene sedato dalla Guardia Nazionale italiana. Arresta anche il parroco e l’economo del Comune partenopeo di Cisterna, «perché hanno fatto suonare a stormo le campane, per sollevare la popolazione». Sono eseguiti altri arresti a Casoria, San Antonio, Pomigliano d’Arco e nella stessa città di Napoli. Qui l’aristocrazia si fa vanto di esibire ancora le onorificenze ricevute da Re Francesco II. È una provocazione già riferita a Cavour da Costantino Nigra. Gli ha comunicato anche un «episodio curioso», un furto di cui è stato vittima nell’ex capitale borbonica: «Nella notte del mio arrivo a Napoli i miei cavalli, alloggiati nelle scuderie di Palazzo Reale, furono sferrati da mano ignota per vendere i ferri e ricavarne i pochi soldi che valevano. Questo il segno delle tante difficoltà, anche piccole, che viviamo durante il nostro soggiorno». La risposta al rischio insurrezionale è militare: viene decretata «l’immediata distribuzione alle guardie nazionali delle provincie meridionali di 40 mila fucili inglesi a percussione, che aggiunti ai 61.163 fucili ed 817 moschettoni già distribuiti fanno 101.935» (Maurizio Lupo, La Stampa 5/4/2011).