20 aprile 1861
Don Leonardo Zilli, prete, condannato al patibolo per il sostegno dato a quelli di Civitella
Il Senato oggi approva la legge che fissa per domenica 2 giugno 1861 la «Festa nazionale dell’Italia Unita». L’atto la associa a quella che il Piemonte già commemora ogni prima domenica di giugno per celebrare lo Statuto Albertino. Alla Camera prosegue intanto un’estenuante seduta riguardante la ricostituzione dell’«esercito meridionale», l’armata garibaldina. La discussione è caldeggiata da Garibaldi. Il generale, poco contento del dibattito, è ricevuto da Vittorio Emanuele II. Hanno un lungo colloquio, durante il quale il Re cerca di dissuaderlo dal presentarsi alla Camera, per evitare disordini. I cattolici sono invece scossi da quanto pubblica la Sentinella abruzzese. Dice che a Civitella del Tronto, dove si è consumata l’estrema resistenza delle truppe borboniche, si è riunita una corte marziale. Ha condannato a morte un sacerdote. E’ don Leonardo Zilli, di 47 anni, di Campotosto, oblato dei minori conventuali. Durante l’assedio sabaudo alla fortezza di Civitella fu l’assistente ecclesiastico delle truppe borboniche qui asserragliate. Le benedisse quando deliberarono la resistenza ad oltranza. Quando giunse l’ordine di arrendersi, firmato dal deposto Re Francesco II di Napoli, le invitò a non cedere. Tale atteggiamento viene considerato un atto di ribellione, da punire con il patibolo. E’ un segnale che le autorità italiane vogliono dare ai preti che ancora parteggiano per il sovrano borbonico (MAURIZIO LUPO, La Stampa 20/4/2011).