16 marzo 1861
Petizione con migliaia di firme per Roma capitale
Una petizione con migliaia di firme viene presentata oggi alla Camera dei Deputati di Torino. Il documento invita il Parlamento a chiedere alla Francia lo sgombero delle sue truppe da Roma. La «questione di Roma Capitale d’Italia» viene rilanciata, ma Cavour ancora temporeggia. Tuttavia non manca di rinvigorire le buone relazioni con Parigi. In giornata viene ratificato il trattato che delimita le frontiere fra Regno d’Italia e Francia. Quindi Cavour ha cura di congratularsi con il principe Luigi Gerolamo Napoleone per il discorso che tenne il 1˚ marzo, quando sostenne «l’unità italiana con Roma Capitale». Così gli scrive: «Vostra altezza ha reso all’Italia un ben grande servizio. Il discorso di Vostra Altezza è per il potere temporale del Papa ciò che (la battaglia di) Solferino fu per la dominazione austriaca. Si potrà ancora negoziare, come fu fatto a Villafranca e a Zurigo, ma l’autorità del Papa è morta pari all’influenza austriaca». Intanto da Roma arrivano ad Ascoli emissari di Re Francesco II di Napoli. Hanno con sé una lettera del sovrano che invita i suoi ultimi soldati ad arrendersi. Sono i militari borbonici che ancora resistono nella fortezza di Civitella del Tronto. Accolgono male gli emissari del loro Re. Non possono credere che proprio lui li inviti alla resa. Pensano che la lettera sia una trappola del nemico sabaudo, che in quelle ore sta nominando «generali italiani» alcuni ex alti ufficiali borbonici (MAURIZIO LUPO, La Stampa 16/3/2011).