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 1861  marzo 29 calendario

Truppe italiane a Roma per sbaglio

Arrivano oggi a Roma le prime truppe italiane. Non sono bersaglieri in armi né fanfare. Si tratta di 60 placidi carrettieri militari, alla guida di un convoglio di altrettanti carri. Raggiungono la città per errore. Nessuno li ferma, non si sa perché. Rischiano di offrire all’Austria il pretesto che cerca da ore per attaccare l’Italia. Vienna è pronta a denunciare l’aggressione al Papa. Ma l’episodio, quando configura la sua realtà, solleva più imbarazzi che indignazioni. Succede di pomeriggio, alle ore 14. Il convoglio, non si sa come, arriva a Roma. Si presenta a Porta Maggiore. È una colonna di carri con personale in uniforme sabauda. Chiede di entrare nella cinta urbana al sergente che presidia la barriera daziaria. Lui nega il transito, ma non prende altra iniziativa, come pure il convoglio. Fa inversione e va a bivaccare fuori Porta del Popolo. Qui i carrettieri, indisturbati, trascorrono la notte. Il giorno dopo vengono invitati dalle guardie doganali romane a tornare da dove sono venuti. Tanto fanno. I romani li vedono puntare verso la Toscana e non si scompongono. Ritengono imminente lo sgombero delle truppe francesi che presidiano il potere temporale del Papa. Pensano che l’arrivo dei Piemontesi sia questione di ore. «Ormai - notano i giornali - le congregazioni religiose, i cardinali e i funzionari ecclesiastici si affrettano a vendere i loro oggetti più preziosi, per non trovarsi stretti di quattrini nei prossimi avvenimenti» (MAURIZIO LUPO, La Stampa 29/3/2011).