28 febbraio 1861
Gaeta vorrebbe da Torino i danni di guerra
Mentre le artiglierie piemontesi del generale Cialdini intimano la resa alla Cittadella di Messina, ancora in mano borbonica, il Comune di Gaeta, in data odierna, scrive al Governo di Torino. Gli chiede di provvedere ai danni di guerra patiti durante l’assedio che l’isola ha subito dai Piemontesi, quando Re Francesco II delle Due Sicilie si è arroccato con 22 mila uomini fra le sue mura. Per 102 giorni, dal 12 novembre 1860 fino al 13 febbraio 1861, il «Quartiere vecchio di Gaeta» è stato sottoposto a un diluvio di cannonate, 500 al giorno, scatenate da un presidio di 18 mila soldati sabaudi, armati di 42 batterie. Il fuoco è finito quando Francesco II il 14 febbraio 1861 ha accettato di lasciare l’isola sulla nave francese La Mouette, per chiedere asilo politico allo Stato della Chiesa. Secondo il Municipio di Gaeta durante i combattimenti sono stati uccisi 2 mila civili e sono state distrutte o lesionate 109 case su 2490. Dal 18 febbraio Gaeta ha chiesto di far parte del Regno d’Italia. Desidera ora giustizia e aiuto, «considerando che il diritto ad essere tutti compensati trova la sua naturale ragione nelle leggi eterne della giustizia umana, ed ora tanto più che veglia alla sorte degl’Italiani un governo libero, che in queste Province meridionali ha assunto l’impresa saggissima di riparazione e nella quale non possono andar esclusi 18 mila cittadini mandati a rovina e miseria». Ma l’istanza rimarrà a lungo priva di risultati (MAURIZIO LUPO, La Stampa 28/2/2011).