28 marzo 1861
L’Austria cerca un pretesto per attaccare il Regno d’Italia
L’Austria cerca il pretesto per attaccare il Regno d’Italia. Oggi la «Gazzetta di Karlsruhe», in Germania, sostiene che «il conflitto scoppierà fra quindici giorni, o al più tardi fra un mese». Il periodico tedesco dice che «Vienna è pronta a scatenare una guerra di sterminio. Vicino a Pest si concentrano sedici reggimenti di cavalleria. Centomila fanti stanno per marciare verso l’Italia». A Parigi corre voce che «l’Austria dichiarerà guerra alla minima violazione del suo territorio da parte dei volontari italiani», come vengono definiti i garibaldini. La «Gazzetta Ufficiale» del Regno d’Italia aggiunge che «il governo francese ha intimato all’Austria di ritirare le sue truppe dall’oltre Po».
Mentre il «governo austriaco avrebbe fatto sapere a Napoleone III che ove le truppe francesi sgombrassero Roma quelle dell’Austria correrebbero a rimpiazzarle». La voce che l’Austria è pronta a passare il confine del Po viene diffusa da agenti provocatori austriaci in Veneto. Sperano che i movimenti delle loro truppe e questo teatro di dichiarazioni facciano saltare i nervi agli italiani e li inducano ad anticipare l’attacco. Così Vienna potrebbe gridare all’aggressione e imputare il conflitto al governo di Torino. La scintilla potrebbe innescarsi qualora l’Austria riuscisse a dimostrare che l’Italia vuole occupare il Veneto o Roma. Per questo Cavour ordina di mantenere i nervi saldi e di tenere sotto controllo i reduci di Garibaldi (MAURIZIO LUPO, La Stampa 28/3/2011).