20 febbraio 1861
A Torino è una festa continua
«Da due giorni Torino festeggia. C’è una luce diversa in città. Straordinarie luminarie accendono piazza Carignano, via dell´Accademia delle Scienze, via Po, e soprattutto piazza Castello, regina della decorazione urbana particolarmente curata dal signor Ottino regista della scenografia. Appare più imponente del solito, fra il gran luccichio che gli dà risalto e i fuochi d´artificio che ne fanno balenare ogni angolo, lo scenario della Gran Madre. Molti conoscono, sia pure solo di nome, l’artista-pirotecnico che ha preparato lo spettacolo: si chiama Ardenti. Presenzia a queste scene, rallegrate da molte musiche, un gruppo di Altezze Reali. Comprende il principe Umberto di Piemonte, Amedeo Duca d’Aosta, madama Maria Pia: un trio di teste coronate. Sventolano in tutta Torino i tricolori che già annunciano l’Italia risorta. Più per una mutua convenzione che per un impulso patriottico di circostanza, il dialetto piemontese sembra risuonare, nelle strade, meno insistente del solito. Si parla di più in italiano. La musica della Guardia Nazionale di Torino, diretta dal maestro Demarchi, con i suoi cento coristi si fa applaudire in piazza Castello da una grande folla. Le tre Altezze Reali partecipano alla gioia popolare prima da un balcone del Palazzo del Ministero degli Affari Esteri, poi tra la folla in carrozze scoperte. Dovrebbe esserci anche la Duchessa di Genova, ma non ha potuto, per indisposizione» (Nello Ajello, la Repubblica 20/2/2011).