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 1861  febbraio 27 calendario

Ricordo di Gustavo Modena, in morte

«Mentre gli antichi metodi rappresentativi dell’esagerazione continua, dell’enfatica declamazione erano in Francia stati corretti fin dallo scorcio dello scorso secolo per introdurvi primamente la veracità e la naturalezza negli abbigliamenti, nelle decorazioni sceniche, come nel porgere, movimento riformativo che doveva mandar poi a perfezione il genio del Talma, da questo lato dell’Alpi si continuava tuttavia colla più deplorevole ostinazione, nella scuola ampollosa e manierata del Marocchesi, guasta ancora ed esagerata dalla insufficienza degli artisti.
Gustavo Modena fu il Talma dell’Italia (…) il grande artista sapeva evocare alla mente il personaggio ch’egli aveva da raffigurare, e quella personalità fittizia sapeva così bene innestare nella propria da riuscirne un individuo vero ed effettivo e sempre diverso, e tanto che non di rado riusciva a formare più preciso e spiccato, con più sicuri costumi, quell’eroe che l’autore medesimo non aveva fatto che travedere».
Nato nel 1804 in Treviso, il padre, Giacomo «attore che aveva meritate le più alte lodi del Monti e (…) presentita quella riforma nell’arte che il figliuolo doveva si gloriosamente compire». Questo padre tenta di farlo diventare avvocato a Bologna, lui patrocina effettivamente per un po’, poi «gittata la toga curiale, si ascrisse in qualità di primo attore alla compagnia Fabbrichesi e cominciò la gloriosa sua carriera». Partecipa ai moti del 1831 e del 1832, deve perciò emigrare prima in Svizzera, poi a Londra, dove recita nel teatro della Regina alcune cantiche di Dante. Rientra in Italia nel 1839 e forma a Milano una compagnia-modello. Confronti e apprendimenti dagli stranieri. Nel”48 combatte a Roma e a Venezia, gli austriaci gli sequestrano tutti i beni che ha a Treviso, recita ancora a Torino e di recente a Napoli e in Sicilia. «Ma dopo breve soggiorno se ne tornava a Torino portando seco quel morbo funesto che nella notte dal 20 al 21 febbraio lo trasse a morire».