27 luglio 2015
Tags : Gutgeld Yoram
Biografia di Gutgeld Yoram
• Tel Aviv (Israele) 14 dicembre 1959. Economista. Politico. Del Pd. Eletto alla Camera nel 2013. Dal marzo 2015 commissario alla revisione della spesa pubblica.
• «Nato da una famiglia di ebrei polacchi, una famiglia di imprenditori delle costruzioni, con il bisnonno membro del Parlamento di Varsavia. Nel ’39, allo scoppio della guerra, metà è fuggita in Israele, dove il padre è diventato un avvocato di fama che contava tra i suoi clienti anche Moshe Dayan, e l’altra metà è stata cancellata nel Ghetto di Varsavia e nei forni di Auschwitz. Università, con lauree in filosofia e matematica a Gerusalemme, e servizio militare in Israele (selezionato nella mitica Unit 8200, quella dei cervelloni, ha poi scelto di stare in un reparto normale per evitare cinque anni di servizio richiesti dalla Unit 8200). Poi California University a Los Angeles, filosofia e business questa volta. Ma non voleva vivere in America. “Sono venuto in Italia per uno stage estivo da McKinsey e ci sono rimasto”. In Italia e in McKinsey, per 24 anni, fino a marzo del 2013, diventando senior partner e direttore, responsabile tra le altre cose della grande distribuzione a livello europeo e aprendo e dirigendo gli uffici di McKinsey in Israele» (Marco Panara).
• «A luglio 2012 un amico mi ha presentato Matteo Renzi, che stava partendo con la sua campagna per le primarie, e ne è nato un rapporto molto intenso di collaborazione. Sei mesi dopo, ero a Siviglia con la famiglia per le vacanze di fine anno, Renzi mi ha chiamato: “Ti vuoi candidare?”, ho guardato mia moglie, che ha annuito, e ho detto sì».
• «Non è un teorico del liberismo sullo stile di Pietro Ichino, non è un laburista alla Stefano Fassina, è un economista con un profilo terzista rispetto alle due tradizionali scuole di pensiero della gauche (…) È il sarto del renzismo, l’inventore della formula degli ottanta euro, il nuovo teorico della spending review, uno dei pochi volti del governo Leopolda a essere accettato a Palazzo Chigi nonostante un accento fiorentino non ancora perfettamente calibrato (Claudio Cerasa).
• «Con la fronte stempiata e gli occhialoni, ha l’aria di un ex ragazzo di Via Panisperna, il gruppo di teste d’uovo seguaci di Enrico Fermi (…) Il primo politico che scoprì Gutgeld fu Romano Prodi che nel 2006 lo prese come consulente economico dell’ormai dimenticata Fabbrica del programma. Da quel giro ex Dc, il Nostro è approdato nel 2012 a Renzi, col quale ha simpatizzato, partecipando alla Leopolda e altre fiorentinate» (Giancarlo Perna).
• «Essendo riuscito a ridurre da consulente del governo di Tel Aviv la spesa della difesa israeliana, la più efficiente del mondo, credo di sapere come si fa».
• Nel 2013 ha pubblicato per Rizzoli il saggio Più uguali, più ricchi « Gutgeld recupera nomi da tempo poco citati nel dibattito piddino, da John Maynard Keynes a William Beveridge, l’inventore del welfare state, al filosofo americano John Rawls (chissà se Renzi ha letto Una teoria della giustizia). Icone dimenticate di una sinistra liberale ma non liberista. La sintesi di Gutgeld è questa: serve più uguaglianza, solo così l’Italia può ritrovarsi, ma non si può usare la tradizionale leva amata dalla sinistra, cioè la spesa pubblica, e quindi bisogna inventarsi qualcos’altro. Il caso delle pensioni è quello che farà più discutere: “La parte della pensione non coperta da contributi, almeno per chi percepisce pensioni alte, è, difficile negarlo, un privilegio perfettamente non giustificato”» (Stefano Feltri).
• Sposato con un’italiana, milanese di origine molisana, con la quale ha avuto due figli.
• Ha la cittadinanza italiana.
• Appassionato di footing (corre almeno quattro volte a settimana), e di musica (ha una collezione di duemila dischi e un passato lontano da recensore di musica classica).
• Con più di 1,7 milioni di imponibile nella dichiarazione dei redditi 2012 è risultato il più ricco tra i parlamentari del Pd.
• Gutgeld in yiddish significa «buon denaro».