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 2013  aprile 14 Domenica calendario

Far figli o non far figli. La morale cattolica e quella fascista

Il cattolicesimo non è una forma di etica, ma una fede. Tuttavia l’aspetto morale è stato a lungo dominante durante il fascismo, quando la Chiesa concorse con il regime a formare un codice di comportamento pubblico. Sicché il professore di ostetricia Ernesto Pestalozza poteva osservare che il Codice penale, l’enciclica Casti Connubii, emanata da Pio XI nel dicembre 1931, e la politica demografica di Mussolini furono «la risposta italiana all’eugenetica negativa dell’Europa del Nord», basata soprattutto sul controllo delle nascite. Cruciale nell’operazione fu l’apporto di padre Agostino Gemelli. Ci fu un momento tuttavia in cui la visione del fondatore dell’Università Cattolica entrò in contrasto con l’ideologia fascista. Mussolini infatti nel settembre 1927, a pochi mesi dal lancio della campagna demografica, si lamentò con il prefetto di Milano per l’articolo di padre Gemelli Il controllo delle nascite secondo la dottrina cattolica, «poiché “la limitazione derivante dalla continenza” da lui proposta, ancorché “lecita e naturale”, dal punto di vista della morale cattolica, non sosteneva il programma fascista volto invece esclusivamente all’"aumento continuo della popolazione"». Questa osservazione è contenuta in nota al saggio di Lucia Pozzi dedicato al rapporto tra padre Gemelli e l’eugenetica fascista che fa parte del nuovo numero degli «Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche» a cura di Luciano Pazzaglia e Fulvio De Giorgi (editrice La Scuola). Gemelli subito si riallineò con un articolo che, su «Vita e Pensiero» del 14 marzo 1928, criticava il calo delle nascite e il neomalthusianesimo, letti come aspetti della «decadenza morale del nostro popolo». L’armonia con Mussolini era ristabilita. E anche se, nota Lucia Pozzi, padre Gemelli non fu coinvolto nella stesura della Casti Connubii, di certo fu interpellato da Pio XI sul neomalthusianesimo. In questa dialettica vanno letti i convegni tenuti per divulgare la posizione della Chiesa tra i medici, a cominciare da quello fiorentino del 1932.