7 luglio 2015
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Biografia di Tsakalotos Euclid
(Efklìdis) Rotterdam (Olandra) 1960. Ministro delle finanze greco del 6 luglio 2015. Già capo-negoziatore per Atene con la Troika durante il dicastero Varoufakis. È stato professore della University of Kent attualmente ha una cattedra di Economia all’Università nazionale Kapodistrias. «Nessun economista che io conosca pensa nel cuore che il nostro debito sia davvero sostenibile»
• Il padre, un ingegnere civile che si è arricchito nel campo delle spedizioni, lo mando a studiare in Inghilterra, prima nel prestigioso college di St. Paul, poi a Oxford e in seguito si è specializzato all’Università del Sussex: «Il cugino di mio nonno era il generale Thrasyvoulos Tsakalotos, che ha guidato l’altra parte, la parte sbagliata della guerra civile greca. Aveva paura che potessi diventare un liberale, ma certo non che andassi più a sinistra di così» (al Guardian).
• Così si è iscritto a Synaspismos, il partito di estrema sinistra che sarebbe diventato Syriza negli anni successivi. «Siccome venivo dall’Inghilterra, mi consideravano un po’di destra. Rispetto a Yannis Stournaras (altro greco a Oxford, e attuale presidente della Banca di Grecia, ndr) venivo da un’altra parrocchia. Ma, diversamente da quanto si immaginava all’epoca sul mio conto, io ero piuttosto sul versante dei cosiddetti economisti eterodossi, mentre lui era più mainstream».
• Come il suo predecessore Yanis Varoufakis, è un economista che ha studiato principalmente all’estero. Membro del comitato centrale di Syriza, deputato dal 2012, è docente di economia all’Università di Atene. È tornato a vivere in Grecia nel 1993, e ha un lieve accento straniero quando parla greco. Tsakalotos, al pari di Varoufakis, usa molto twitter, e ritiene che il debito greco - da ristrutturare - sia al cuore della crisi ellenica [S24 7/7/2015].
• «Lo stanno prendendo sotto gamba. Certo non ha il carattere fumantino di Varoufakis, ma ideologicamente è il suo clone e quanto a testardaggine non è certo secondo nemmeno a lui» (così un suo collaboratore dopo la nomina a ministro delle Finanze).
• Le sue principali differenze dal predecessore Yanis Varoufakis sono che sa fare politica e che non ostenta. Porta le giacche di velluto stazzonate e i jeans tipici della sinistra, invece di esibire un suo stile personale. È in Sýriza dalla fondazione, membro del comitato centrale, eletto deputato già nella precedente legislatura. Quanto a idee, vuole restare nell’euro cambiandolo, a differenza dell’ala sinistra del partito non crede in una «via nazionale» fuori. Come economista, è meno fantasioso ed erratico, più ideologico di Varoufakis; negli studi si è dedicato a una critica serrata dell’economia neoclassica. [Lepri, Sta 7/7/2015].
• «Lui conosce tutti i segreti di una formazione cui è iscritto da più di dieci anni. Sa interpretarne gli umori, leggere in controluce i mal di pancia delle mille componenti di Syriza, in fondo ancora una coalizione di molti partiti-correnti un po’ ingovernabili. Se e quando si arriverà a un compromesso, toccherà a lui spiegarlo alla base. E Tsipras sa che su questo fronte non poteva scegliere uomo migliore» [Livini, Rep 7/7/2015].
• Fra i suoi contributi, studi sull’inefficacia dei modelli mainstream applicati alle economie europee periferiche, o sull’agibilità politica e sociale dell’approccio post-keynesiano rispetto a quello neoclassico. Insomma, come già è stato acutamente osservato, siamo ben lungi dall’immagine del «pacato oxoniense» che si vuole far passare [Fabris, Next 7/7/2015].
• Tsakalotos ha scritto, a quattro mani con altri collegi, sei libri compreso Crucible of Resistance: Greece, the Eurozone and the World Economic Crisis, in cui attacca il binomio crisi greca-mancanza di riforme. In quelle pagine vergate nel 2012 punta l’indice contro la deriva liberista che ha invaso la Grecia sin dal 2008, che ha prodotto le attuali diseguaglianze sociali accanto al panorama che tutti conosciamo [Fat 7/7/2015].
• Sposato con l’economista inglese Heather D. Gibson, parla il greco con un leggero accento inglese e l’inglese con l’accento della buona società britannica.
• A maggio del 2015 il neo ministro ha detto al Guardian (“con understatement britannico”) che da quando è diventato capo dei negoziatori ha perso il sonno [Fog 7/7/2015].
Frasi « Il messaggio lanciato ieri è qualcosa che sarà ricordato. Esso rimarrà scritto nella memoria collettiva dell’Europa» (le prime parole da ministro pronunciate il giorno dopo la vittoria del No al referendum del 5 luglio 2015)