17 giugno 2015
Tags : Veronelli Gino
Biografia di Luigi Veronelli
(Luigi) Milano 2 febbraio 1926 – Bergamo 29 novembre 2004. Figlio di un piccolo industriale che gli aveva fatto assaggiare il primo bicchiere di vino rosso il giorno della prima Comunione [Non c’è gusto. Tutto quello che dovresti sapere prima di scegliere un ristorante di Gianni Mura. Minimum Fax Roma 2015].
• Superata la maturità classica, Veronelli come regalo chiese una settimana senza limiti di spesa a Londra, all’hotel Savoy, nelle cui cucine lavorava un famoso chef italiano, Cesare Balestrieri. Arrivato al ristorante ordina il piatto più costoso della casa: «Dopo venti minuti, con grande cerimoniale e cloche di rito, arriva il piatto. Due uova al burro. “Solo due uova al burro?”, chiede Veronelli. E il direttore di sala: “Non ‘solo’ due uova al burro. Sono due uova al burro perfette, perché dentro c’è tutta l’esperienza e la bravura dello chef Balestrieri”» [ibid.].
• Terminati gli studi di filosofia, assistente di Giovanni Emanuele Botrè, collaboratore di Lelio Basso, Veronelli, grazie all’eredità paterna, diventa editore. Svariate collane. I socialisti francesi (Fourier, Prudhomme), la narrativa (Anatole France, Sade), la poesia (La ragazza Carla di Elio Pagliarani, ma anche D’Annunzio), lo sport, la cucina [ibid.].
• Sade (Historiettes, contes et fabliaux) lo traduce e lo edita. È condannato per pubblicazioni oscene (tre mesi). Ultimo caso in Italia, i libri sono bruciati nel cortile della questura di Varese. Lui, intabarrato, guarda il rogo e batte le mani. Il mondo di Pannunzio era il suo punto di riferimento. Aveva scritto a Pannunzio sperando in un appoggio contro «una sentenza liberticida» ma la risposta era stata: «Non mi occupo di pornografia» [ibid.].
• Aveva una biblioteca con oltre diecimila libri, un centinaio scritti da lui, e una cantina con circa settantamila bottiglie [ibid.].
• Per lui uguaglianza non era solo una parola. Aveva lo stesso atteggiamento, la stessa attenzione, sia parlasse con il più umile dei contadini sia col ministro dell’Agricoltura [ibid.].
• Si dichiarava anarchico dal 1946, dopo aver ascoltato Benedetto Croce a Milano. Era stato tra i fondatori del movimento Terra e Libertà.
• Giorno dopo giorno era diventato quasi cieco, ma non è per questo che suonano profetiche alcune righe che scrisse nel 1998: «Solo oggi, più che settantenne, vedo con chiarezza: il potere ha utilizzato – con un vero e proprio capovolgimento dei propositi – ciò che era nei nostri sogni, anziché far l’uomo più libero con il progresso, la scienza, la macchina, la cultura ecc., renderne più rapido e sicuro l’asservimento. Ogni scoperta e ogni invenzione – nate tutte (oso credere) dal proposito di essere vantaggiose all’uomo – sono state deviate e utilizzate contro l’uomo. Basta guardarsi attorno, con un minimo di senso critico e morale e ci si accorge che tutto, ma proprio tutto, viene attuato per renderci servi. Un tentativo che – pur essendo tutt’altro che escluse le violenze e le atrocità dei vari fondamentalismi (sotto le tante maschere, religione ed etnia in primis) – aggredisce l’uomo, con i mezzi suadenti della comunicazione di massa. Chiaro e orrifico il fine: non più individui, non più cittadini, ma milioni di uomini e donne, senza volto né storia, servi» [ibid.].
• «Nasità, come l’avevo ribattezzato in vita, per via del prodigioso tubero che la natura gli aveva piazzato in mezzo alla faccia e gli permetteva di cogliere in un calice di vino non solo profumi, ma musiche, poesie, volti di donna» [ibid.].